Un professore universitario, dopo aver ascoltato il parere di medici e psicologi, ha redatto un documento in cui spiega l’impatto delle droghe leggere nei giovani
Uno studio accurato, che si basa su esperienze personali e su numerose interviste realizzate a medici, psicologi ed esperti in ambito tossicologico. Un professore universitario statunitense, ha redatto un documento che mira a dimostrare l’impatto delle droghe leggere sul cervello dei ragazzi che le consumano. Alla base dello studio c’è la volontà di dimostrare i pericoli derivati dalla legalizzazione di numerosi prodotti che hanno a che fare con la cannabis e con gli oppioidi.
Esistono numerosi Stati che hanno già legalizzato l’utilizzo e il consumo di droghe leggere. Il Canada ne ha reso legale la vendita a partire dal 2018; l’Uruguay ha legalizzato la marijuana dal 2013, permettendo a tutti i maggiorenni, previa iscrizione ad un apposito albo consumatori, di poterne liberamente fare uso; negli Stati Uniti, nonostante sia illegale a livello federale, il consumo e la vendita di cannabis a scopo ricreativo è legale in alcuni stati come Oregon, Nevada, California, Alaska, Washington, Colorado e Columbia. In Europa invece troviamo l’Olanda (con i suoi coffe shop), che però ha posto dei limiti sulla detenzione: una quantità superiore ai 5 grammi è considerata reato. La Spagna ha legalizzato l’uso e la vendita della marjuana in alcuni locali specifici. In altri Stati esistono regole partiolari: in Portogallo è legale il possesso ma è vietata la compravendita, mentre in Germania si consente l’uso personale, ma non la compravendita.
Da qualche anno a questa parte poi, si sono moltiplicati i negozi che vendono numerosi prodotti legati alla Cannabis. Un concetto che, è stato molto criticato da chi ha portato avanti lo studio sugli effetti delle droghe leggere nei ragazzi. “Come professore di psicologia, concentro la mia ricerca sull’uso di sostanze negli adolescenti e nei giovani adulti. Un cambiamento importante durante il mio periodo di ricerca è la legalizzazione e l’esplosione della disponibilità di cannabis negli Stati Uniti”, ha scritto James Patterson, professore universitario, nell’incipit al suo dossier. In America da sempre ci si divide tra favorevoli e contrari all’utilizzo delle droghe leggere. Alla base delle divisioni ci sono le conseguenze indesiderate che un uso esteso della marijuana può avere per gli adolescenti. Conseguenze sono aggravate dall’aumento della potenza di alcuni prodotti a base di cannabis.
Le grandi novità rispetto al passato
“Uso la parola “cannabis” poiché si riferisce alla pianta da cui derivano le droghe. Serve anche come termine onnicomprensivo per qualsiasi sostanza con composti chimici provenienti dalle piante di cannabis e affronta le preoccupazioni che la parola marijuana abbia alcune sfumature razziste di lunga data”, ha spiegato nel dossier. La cannabis ora si presenta in una varietà di forme più ampia rispetto al passato. Quando la maggior parte delle persone sopra i 40 anni pensa alla cannabis, immagina la sua forma essiccata per essere fumata. Questa cannabis non era particolarmente forte: la concentrazione media di THC di cannabis sequestrata dalla Drug Enforcement Agency nel 1995 era del 4%, mentre era di circa il 15% nel 2021. Oltre alla forma destinata a finire nelle sigarette e ad essere fumata, si trovavano delle varianti “commestibili” che venivano addirittura cotte in alcuni dessert: come ad esempio i brownies. Oggi ci sono molti concentrati di cannabis diversi che hanno alti livelli di THC, in genere vanno dal 40% al 70%, e più dell’80% in alcuni casi, a seconda del metodo di estrazione. Questi includono oli che possono essere vaporizzati da penne da svapo o dab, sostanze più cerose e persino polveri.
Come i derivati della cannabis interagiscono con il cervello
THC e cannabidiolo, o CBD, sono le sostanze chimiche più comuni nella cannabis. Ognuno interagisce con il cervello in modi diversi, producendo diversi effetti percepiti. Il CBD non produce lo stesso “sballo” del THC e il cannabidiolo può avere benefici come farmaco per l’epilessia grave, così come altri usi medici potenziali ma non ancora provati. Le differenze tra THC e CBD derivano dal modo in cui interagiscono con i recettori dei cannabinoidi – le proteine a cui si attaccano queste droghe – nel cervello e nel corpo. “Tuttavia, il CBD può anche far addormentare le persone, alterare l’umore in modi indesiderati e causare disturbi allo stomaco. Non utilizzare mai un prodotto CBD senza consultare un medico”, viene spiegato nello studio.
Come cambiano i prodotti a base di cannabis rispetto al passato
All’interno del dossier viene anche spiegato come i prodotti a base di cannabis siano cambiati rispetto al passato. A mutare è soprattutto la quantità di THC, sostanza chimica più fortemente associata allo sballo della cannabis. Aumentando la quantità di THC, i prodotti concentrati possono aumentare i livelli ematici di THC in modo rapido e più forte rispetto ai non concentrati come la cannabis fumata tradizionale. “I concentrati di cannabis sono disponibili anche in molte forme diverse, che vanno da quelle cerose o cremose a quelle dure e fragili. Sono realizzati in una varietà di modi che possono richiedere ghiaccio secco, acqua o solventi infiammabili come il butano”.
La miriade di nomi per i concentrati di cannabis può creare confusione: cambiano regolarmente e possono variare da guida a guida o da persona a persona. È meglio chiedersi cosa significhi un termine da un punto di vista aperto e curioso piuttosto che comportarsi come se si conoscesse tutta la terminologia. “Molti concentrati vengono vaporizzati e inalati. La vaporizzazione è diversa dal fumo, poiché la vaporizzazione riscalda il concentrato fino a farlo diventare un gas, che viene inalato. Il fumo comporta la combustione del composto per produrre un gas inalato. Molti di coloro che vaporizzano i concentrati lo chiamano “dabbing”. Questo si riferisce alla quantità di concentrato per riscaldare, vaporizzare e inalare”. Un altro modo per vaporizzare i concentrati di cannabis è quello di utilizzare un vaporizzatore a penna. Le penne da svapo sono talvolta chiamate anche penne dab, a seconda dei termini locali.
Consumo di cannabis e adolescenti: gli effetti sul cervello
C’è un enorme differenza tra il consumo di cannabis fatto dagli adolescenti e quello che invece riguarda gli adulti. Nei numeri e nelle conseguenze sul fisico. Uno dei motivi per cui i giovani sono attratti da questo tipo di prodotti è che vaporizzare o dabbare la forma concentrata rende più facile nascondere l’uso di cannabis. Vaporizzare la cannabis non crea il tipico odore associato all’erba. “Una revisione sistematica del 2021 ha rilevato che lo svapo di cannabis nell’ultimo anno è quasi raddoppiato dal 2017 al 2020 negli adolescenti, passando dal 7,2% al 13,2%. Uno studio più recente condotto in cinque stati nord-orientali degli Stati Uniti ha rilevato che il 12,8% degli adolescenti ha vaporizzato cannabis negli ultimi 30 giorni, un lasso di tempo più ristretto che suggerisce un potenziale aumento dell’uso. Inoltre, uno studio del 2020 ha rilevato che un terzo degli adolescenti che vaporizzano lo fanno con concentrati di cannabis”.
L’uso di cannabis da parte degli adolescenti è “spaventoso perché può alterare il modo in cui si sviluppa il loro cervello”. La ricerca mostra che il cervello degli adolescenti che fanno uso di cannabis è meno pronto a cambiare in risposta a nuove esperienze, che è una parte fondamentale dello sviluppo adolescenziale. Gli adolescenti che fanno uso di cannabis hanno anche maggiori probabilità di manifestare sintomi di schizofrenia, di avere maggiori difficoltà a scuola e di impegnarsi in altri comportamenti a rischio.
I rischi dell’uso di cannabis sono ancora maggiori per l’elevato livello di THC degli ultimi anni. Le droghe di ultima generazione infatti risultano essere più forti e possono provocare danni ancora più ingenti negli adolescenti (in primis) e negli adulti. Lo studio ha evidenziato un aumento vertiginoso di casi di schizofrenia tra i più giovani. Numerosi anche i casi nei quali si sono verificati episodi riconducibili ad allucinazioni e deliri: tutti in adolescenti che avevano fatto uso abituale di marijuana. Lo studio ha confrontato i risultati sul cervello dei ragazzi che facevano uso continuo di sostanze stupefacenti, con quelli che avevano una dipendenza da alcol. “La maggior parte delle persone sa che una birra da mezzo litro è molto meno potente di mezzo litro di vodka. La cannabis nelle forme utilizzate nelle sigarette è più vicina alla birra, mentre quelle che si trovano in altri formati, sono più simili alla vodka. Nessuno dei due è sicuro per un adolescente, ma esiste una differente pericolosità”.Pericoli che rendono necessario un colloquio informativo con i ragazzi: “Chi vuole fare uso di sostanze stupefacenti – viene spiegato nel dossier – nei luoghi dove è consentito, deve essere messo a conoscenza dei rischi per la propria salute”.