L’infettivologo Massimo Galli in esclusiva ai nostri microfoni sugli ultimi dati Covid: “Non è una situazione di emergenza, ma l’attenzione deve restare alta”.
9mila casi di coronavirus in una settimana e una situazione che inizia a preoccupare. Il Covid sembra rialzare la testa e anche da parte dei virologi il consiglio è quello di prestare la massima attenzione per non dover fare i conti con un quadro più complicato nelle strutture ospedaliere.
Dopo aver ascoltato il pensiero di Pregliasco, la nostra redazione ha contattato in esclusiva l’infettivologo Massimo Galli, anche lui in prima linea durante la pandemia.
Professor Galli, nell’ultima settimana abbiamo registrato 9mila casi Covid. Si può parlare di una nuova ondata?
“Mi sembra abbastanza evidente che l’ultima variante sta dando un segnale. Bisogna anche dire che i dati sono inferiori rispetto a quelli reali. Cioè le persone con la malattia che non hanno fatto il tampone sono di più dei casi rilevati. Questo, però, non ha causato un aumento importante delle ospedalizzazione e dei decessi (che ci sono). Quindi il tutto va misurato nei termini dello stato generale di immunizzazione delle persone data dai vaccini e dalle precedenti infezioni tale da non causare un incremento dei casi gravi e mortali. Siamo comunque di fronte ad infezione che quando colpiscono cittadini a rischio possono portare a conseguenze molto gravi”.
Questo aumento dei casi potrebbe essere dovuto agli Europei dello scorso mese?
“Non credo. E’ marginale rispetto ai movimenti turistici di questo periodo. Se dobbiamo pensare ad una diffusione legata alle partite di calcio penso che sia assolutamente inferiore rispetto alle partenze e gli arrivi. Il numero dei voli continua ad aumentare. La gente si muove e spostandosi porta fenomeni di questo tipo come il Covid o il virus influenzale. Il coronavirus, a differenza del secondo, non è stagionale e le nuove varianti aiutano la diffusione”.
In Francia al Tour de France si è deciso di reintrodurre le mascherine per evitare la diffusione del Covid. Una soluzione simile è possibile in futuro per i grandi eventi?
“La scelta del Tour de France è stata endogena. Il timore di vedere la gran parte dei corridori impossibilitati a vedere la corsa ha portato gli organizzatori a limitare le possibilità di diffusione del contagio all’interno della carovana dei corridori, che sono a contatti tra di loro e soltanto marginalmente con il pubblico. Ma è normale che se i ciclisti si trovano con il Covid la corsa rischia di non essere portata a termine. Quindi la mossa è stata interna. Che il governo si metta a proporre la reintroduzione delle mascherine per determinate grandi manifestazioni allo stato attuale è difficile. Ma mettiamola in un altro modo: andando in metropolitana consiglierei alle persone ad alto rischio di considerare l’utilizzo di questo dispositivo. Il discorso è semplice: quelli che possono avere conseguenze gravi è meglio che si proteggano. Certamente attualmente il Covid è meno pesante rispetto al passato. Questo non toglie che gli italiani con determinate patologie dovrebbero adottare determinate precauzioni. Quindi il mio consiglio può essere una introduzione di misure di protezione per moto spontaneo. Attenzione alle norme igieniche e ai rischi che si corrono. Dal punto di vista delle indicazioni, non penso che possa venire presa in considerazione in ambito governativo. Non siamo in emergenza, ma in una situazione che merita le dovute attenzioni”.
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