Caso Rosa e Olindo, Lavorino: “Delusione e vergogna. Ecco le prossime mosse”

Il criminologo Lavorino in esclusiva ai nostri microfoni: “La decisione di non disporre la revisione è una sconfitta del diritto e non solo”.

Non ci sarà una revisione del processo della strage di Erba. La richiesta di Rosa e Olindo è stata rigettata dai giudici della Corte d’Appello di Brescia. “Due cittadini italiano innocenti dovranno vivere il resto della loro esistenza in carcere soltanto perché la magistratura italiana non è capace di andare a sbucciare le bucce mai sbucciate – il primo commento del criminologo Carmelo Lavorino – c’è un evidente sistema all’interno del processo italiano che se incappi in indagini non fatte bene, non riesci assolutamente a difenderti. Nel caso di Olindo e Rosa in un primo momento ci sono state anche delle difese inadeguate e poi sono stati anche vittima del cosiddetto do ut des mass mediatico e giudiziario. Purtroppo adesso dobbiamo vedere come si metteranno le cose. Per il momento abbiamo due persone in carcere che non hanno avuto la possibilità di difendersi con le regole di un giusto processo“.

Esclusiva Lavorino Rosa e Olindo
Rosa e Olindo – cityrumors.it – foto Ansa

C’è delusione e vergogna – sottolinea ancora ai nostri microfoni il direttore del CESCRIN (Centro Studi Investigazione Criminale) – la decisione di non disporre la revisione è una sconfitta del diritto, della logica e del buon senso“.

Lavorino: “Tornano tre vecchi ed annosi problemi”

Esclusiva Lavorino Rosa e Olindo
Carmelo Lavorino – cityrumors.it – foto Facebook

E’ il vecchio sistema che non ha la capacità di autocorreggersi e tornano tre vecchi ed annosi problemi – sottolinea ancora Lavorino – il primo riguarda chi controlla il controllore, il socio del controllore e il mentore del controllore. Poi dobbiamo smetterla con esaltare alcune ‘non prove’ che sono state spacciate come prova scientifica e logica solo perché prodotte dai potenti prepotenti. Inoltre la difesa dell’imputato, tutt’oggi, non ha la possibilità di difendere al meglio il proprio assistito“.

Per la strage di Erba restano irrisolti tutti gli interrogativi e le contraddizioni svelati e fatti conoscere all’opinione pubblica – ribadisce il criminologo – inoltre s’impedisce a due cittadini di essere processati con il giusto processo e al meglio della difesa: siamo ripiombati nel processo della Colonna infame di manzoniana memoria. Per non vedere la verità sgradita si è spento il lume, in tal modo nulla si può osservare, e tutto il marcio può restare nascosto nel buio della notte della ragione“. E sui prossimi passi che saranno fatti per cercare di dimostrare l’innocenza di Rosa e Olindo Lavorino non ha dubbi: “Ci sono altre vie sicuramente. C’è la Corte Europea dei diritti dell’uomo. Però adesso vediamo un attimo come muoverci. Prima dobbiamo leggere le motivazioni e poi vedremo“.

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