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Cronaca

Esplosioni di dispositivi in Libano, salgono a 20 i morti: Paese nel caos, escalation mai così vicina

Dopo il caso dei cercapersone, ieri il Libano è stato devastato da una nuova serie di esplosioni, stavolta di walkie-talkie e pannelli solari.

Al momento il numero delle persone rimaste uccise è 20, tra cui anche bambini. Circa 4mila, invece, i feriti. L’attacco, simultaneo ed comandato a distanza, sarebbe stato pianificato dal Mossad, i servizi segreti di Israele, contro Hezbollah, l’organizzazione paramilitare islamista sciita ed antisionista libanese. Nel primo pomeriggio di martedì erano esplose migliaia di cercapersone, ordinate ed utilizzate dai miliziani che consideravano gli smartphone poco sicuri. Ieri, invece, sono esplosi walkie-talkie, computer portatili, pannelli solari e strumenti per rilevare le impronte digitali.

Esplosioni di dispositivi in Libano, salgono a 20 i morti (ANSA FOTO) – cityrumors.it

Alla periferia sud di Beirut, esplosioni di dispositivi sono avvenute mentre si svolgevano i funerali di membri di Hezbollah uccisi martedì negli attacchi con i cercapersone. Walkie talkie militari e strumenti per rilevare le impronte digitali sono detonati in diverse località del Paese, tra cui il distretto di Dahiya a Beirut, roccaforte del gruppo sciita, e nel Libano meridionale. Altre esplosioni sono state segnalate in Iraq, nel quartier generale dell’organizzazione terroristica al Hashd al Shaabi a Mosul, nello stesso momento delle deflagrazioni in Libano. Il primo attacco, invece, aveva coinvolto anche la Siria.

Dopo mesi di conflitto sostanzialmente transfrontaliero tra Israele, che non ha comunque rivendicato l’attacco, ed Hezbollah, l’escalation verso una guerra aperta sembrerebbe imminente. I miliziani sono infatti alleati di Hamas, il gruppo della Striscia di Gaza responsabile degli attacchi in Israele il 7 ottobre 2023, e godono dell’appoggio dell’Iran. Le esplosioni hanno difatti colpito anche l’ambasciatore iraniano in Libano Mojtaba Amani, che avrebbe perso un occhio. Teheran ha inviato una lunga lettera all’Onu dichiarando che si riserva il diritto, ai sensi del diritto internazionale, di adottare le misure ritenute necessarie per rispondere.

Il Libano, comunque, è nel caos. Ieri migliaia di persone si sono riversate nelle strade per protestare dopo i raid israeliani. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken, in visita al Cairo per i negoziati su Gaza che continuano sottotraccia, ha escluso che Washington fosse a conoscenza o coinvolta nel cyberattacco. Stando alle ultime indiscrezioni, l’attacco con gli esplosivi era stato pianificato per essere attuato come colpo di apertura in guerra per paralizzare i combattenti e ridurre le vittime civili. Sembra che Hezbollah stesse per scoprire il piano che è stato dunque anticipato.

Esplosioni in Libano, la produzione dei dispositivi

È mistero, però, su come l’intelligence di Tel Aviv sia riuscita ad elaborare l’attacco. I cercapersone, modello AR-924, riportavano il marchio della taiwanese Gold Apollo, che però ha negato di averli prodotti. La Bac Consulting, l’azienda ungherese produttrice dei dispositivi, potrebbe quindi essere una società fittizia israeliana. La società, con sede nella periferia di Budapest, ha anch’essa negato di aver prodotto i cercapersone. A confermarlo anche il governo di Viktor Orbàn. Del resto, l’Ungheria, come membro dell’Unione europea, ha il divieto di vendere prodotti ad Hezbollah, considerata un’organizzazione terroristica.

È mistero su come l’intelligence sia riuscita ad elaborare l’attacco (ANSA FOTO) – cityrumors.it

Le radio Vhf esplose ieri, invece, avevano il logo della giapponese Icom, tipo V82. Si tratta di una radio portatile che è stata prodotta ed esportata, anche in Medio Oriente, dal 2004 a ottobre 2014. Ma che è poi stata messa fuori produzione e da allora non è stata più spedita. Dunque è giallo sulla produzione, sulla manomissione con piccole quantità di esplosivo, e sull’invio dei dispositivi ad Hezbollah. Il conflitto sul campo, intanto, ha fatto registrare sempre ieri il lancio di oltre 40 razzi verso il nord di Israele. In risposta, lo Stato ebraico ha colpito con raid aerei diverse postazioni di Hezbollah nel sud del Libano.

Francesco Ferrigno

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