È di 11 morti e 4mila feriti il bilancio dell’attacco di Israele ad Hezbollah in Libano e Siria: esplosi migliaia di cercapersone.
Sono bastati meno di 20 grammi di tetranitrato di pentaeritrite (Petn), posizionati all’interno dei dispositivi, per colpire in modo massiccio l’organizzazione paramilitare islamista sciita ed antisionista libanese. I cercapersone, ordinati da Hezbollah per sfuggire alle intercettazioni cui sono soggetti i moderni dispositivi, sono giunti in Libano 5 mesi fa. Sono stati prodotti a Budapest, in Ungheria, dalla Bac Consulting Kft, anche se riportavano il marchio della società taiwanese Gold Apollo. Prima della consegna sono stati intercettati dal Mossad, i servizi segreti israeliani.
L’intelligence israeliana avrebbe messo l’esplosivo tra le batterie dei dispositivi radio. L’esplosione sarebbe stata causata dall’aumento della temperatura delle batterie, provocata a distanza. Erano programmati per emettere un segnale acustico di diversi secondi prima di esplodere. Il via libera all’attacco contro Hezbollah sarebbe giunto ad inizio settimana. I dettagli dell’operazione sono stati analizzati durante gli incontri sulla sicurezza. Era presente anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e i membri più importanti del suo gabinetto, nonché i responsabili dei servizi di sicurezza.
Un’esplosione simultanea di migliaia di cercapersone, avvenuta alle 3 circa del pomeriggio di ieri, avvenuta in varie zone del Libano, ma soprattutto nel sud e nella periferia meridionale di Beirut, e a Damasco, in Siria. Al momento si contano 11 morti e 4mila feriti, 400 dei quali in condizioni critiche. Circa 500 membri di Hezbollah hanno perso la vista. Tra le vittime anche una bambina di 9 anni, figlia di un membro di Hezbollah, ed il figlio di un deputato del gruppo del segretario del partito sciita Hassan Nasrallah, oltre a leader e alti comandanti del gruppo islamista.
Esplosioni in Libano, ferito anche l’ambasciatore iraniano
Ferito anche l’ambasciatore iraniano in Libano Mojtaba Amani. Decine di ospedali libanesi sono andati in crisi per l’arrivo di centinaia di persone. L’operazione non è stata rivendicata da Israele. Ma contemporaneamente alle esplosioni dei cercapersone l’aeronautica dello Stato ebraico ha lanciato raid contro strutture nell’area di Ayita al-Sha’ab e al-Khyam, nel sud del Libano, e in profondità nel Paese, a 100 chilometri dal confine.
Il governo libanese ha affermato che l’esecutivo ritiene Israele responsabile dell’attacco coordinato e lo considera una violazione della sovranità del Paese. L’Onu in serata ha dichiarato che “gli sviluppi in Libano sono estremamente preoccupanti, considerando il contesto molto instabile” e ha deplorato le vittime civili. Hamas, il movimento islamico con cui Israele è in guerra dagli attacchi del 7 ottobre 2023, ha condannato in un comunicato la serie di esplosioni di cercapersone in Libano e Siria. “Apprezziamo la lotta e i sacrifici dei nostri fratelli di Hezbollah. E la loro insistenza nel continuare a sostenere e appoggiare il nostro popolo palestinese a Gaza. – hanno fatto sapere da Hamas – Affermiamo la nostra piena solidarietà con il popolo libanese e i nostri fratelli di Hezbollah“.