Grazie a una sentenza del tribunale di Milano, il colosso dello shopping online ha conseguito un’importante vittoria in Italia nella sua lotta contro le recensioni false
E’ arrivata l’attesa sentenza del Tribunale di Milano relativa all’azione legale intrapresa da Amazon contro Realreviews.it, rea di aver tentato di agevolare la pubblicazione di valutazioni a 5 stelle su Amazon, una vittoria per Amazon e per i consumatori, e la prima causa civile vinta in Italia contro le recensioni false.
Il problema delle recensioni false è molto più grande e pericoloso di quanto si pensi. Proprio come un virus, infetta tutti i principali siti di recensioni, anche i più grandi e autorevoli come Google e i marketplace come Amazon. Se consideriamo che recenti studi hanno stabilito che circa il 90% degli utenti di Internet consulta le recensioni online prima di acquistare, capiamo l’impatto che queste possono avere nel decidere gli acquisti.
Per la prima volta, la società Amazon è riuscita a vincere una causa civile contro un sito che incentivava la creazione di recensioni false di prodotti venduti sulla piattaforma di vendite online. Il sito, condannato a chiudere, svolgeva un’ attività che si sostanziava in un “boosting illecito”, cioè: un soggetto commissiona recensioni false su un prodotto allo scopo di far salire il suo valore e il suo posizionamento sulle piattaforme di commercio online (come Amazon) e offre denaro o rimborsi in cambio di queste valutazioni. I falsi consumatori dovevano essere disposti a valutare un prodotto con il massimo delle stelle, cinque. Questo comportamento, secondo i giudici, ha violato la legge sulla concorrenza sleale, causando un danno sia ad Amazon che ai suoi clienti. Altre cause sono state intentate dall’azienda statunitense in diversi Paesi europei, tra cui Spagna, Germania e Francia, contro 44 presunti malfattori, per contrastare un vero e proprio mercato illecito di recensioni false, da parte di attori che mirano a sfruttare l’immenso valore che hanno le recensioni per chi acquista online.
Questi soggetti, attraverso i social media, cercano consumatori disposti a scrivere recensioni false in cambio di qualche forma di compenso, spesso denaro o prodotti gratuiti. Le false recensioni così ottenute eludono di fatto il controllo di Amazon perché risultano effettuate a seguito di un vero e proprio acquisto.
E’ chiaro che Amazon avesse tutto l’interesse a non essere coinvolta in pratiche commerciali ingannevoli, anche perché, la legge in vigore dal marzo del 2023, che trova fondamento anche nelle nuove regole europee recita che: se un professionista fornisce l’accesso alle recensioni dei consumatori sui prodotti, deve garantire che provengano da consumatori che hanno effettivamente acquistato o utilizzato il prodotto. Claire O’Donnell, direttore di Selling Partner Trust & Store Identity di Amazon, ha commentato la vittoria ottenuta in tribunale: “Questa sentenza segna una tappa importante nella nostra lotta per proteggere i clienti dalle recensioni false. Il nostro obiettivo è assicurare che ogni recensione sullo store di Amazon sia affidabile e che rifletta le reali esperienze dei consumatori”. Le recensioni infatti costituiscono chiare indicazioni, considerate affidabili, sulla qualità e le prestazioni dei prodotti e risultano spesso determinanti per decidere se procedere con un acquisto oppure no. Anche Altroconsumo ha denunciato spesso il fenomeno delle recensioni abusive, nel 2019, infatti, una loro indagine aveva messo in luce il tema dei servizi di boosting, avviando svariate azioni con le procure e con AGCM, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, per porre fine agli illeciti e chiedere di fare luce sulla compravendita di recensioni false sul web e sui social network.
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