Far venire l’ansia agli altri è un reato: si può addirittura fare ricorso alla legge anche se molti non lo sanno e non conoscono i dettagli.
Negli ultimi anni si parla sempre con maggiore attenzione di elementi che in passato venivano ampiamente sottovalutati. Nello specifico, tutto ciò che riguarda l’ansia, lo stress e le questioni annesse, hanno assunto un nuovo valore e un’importante rilevanza.
Oggi si è iniziato a dare importanza non solo alle malattie mentali e quindi a condizioni patologie ma anche a tutte quelle fattispecie che possono subentrare per chiunque. Condizioni di ansia e stress hanno ripercussioni sulla vita sociale, lavorativa e possono diventare invalidanti.
Far venire l’ansia è reato: cosa dice la legge
Nessuno lo immagina, eppure indurre un’altra persona in una condizione tale di ansia (non necessariamente a carattere patologico) è un reato secondo quanto stabilito dalla legge. Questo vuol dire che ha ripercussioni severe dal punto di vista legislativo in termini di vero e proprio reato. Ci sono tante sfaccettature da tenere a mente. Si va dallo stalking, nei casi in cui si pratichino atti persecutori, in linea all’articolo 612 bis del codice penale, ad altre casistiche come il reato di lesioni. Questo quando si determina una forma di violenza. Laddove vi siano condizioni che portano la persona ad avere uno stato prolungato di ansia ma anche insonnia e stress si tratta comunque di lesioni. Come determinato dall’ordinamento e praticamente anche dal tribunale.
Secondo l’articolo 582 del codice penale viene stabilita una punizione per lesioni personali con reclusioni da tre mesi a tre anni. Non è quindi una cosa “da poco”, occorre prestare massima attenzione. Ciò vale per ogni aspetto, anche ad esempio se si coinvolge un soggetto e si generano delle condizioni post traumatiche. Anche la violenza verbale rientra in queste considerazioni perché può avere un risvolto veramente negativo e importante per le persone, come stabilito anche dalla Cassazione con una sentenza del 2020.
Tutte queste sfaccettature mirano a sottolineare come comportamenti sul lavoro ma anche nella vita privata abbiano ripercussioni sulla salute psichica di un soggetto passivo. Questo può significare una persona che non riesce più a dormire per l’ansia sul lavoro. Che ha un disagio psicologico o un disturbo del carattere o anche una condizione di alterazione per l’alimentazione. Si prendono, quindi, in considerazione tutte le forme possibili, perché preoccupazioni e ansia indotte sono di fatto una compromissione voluta dello stato di salute di un’altra persona. E questo non è tollerabile, sono lesioni vere e proprie.