Molti malintenzionati entrano ogni giorno a contatto con le nostre impronte digitali. Ecco come difendersi ed evitare di incorrere in sgradevoli sorprese
Forse non tutti lo sanno, ma le impronte digitali di ogni singolo individuo potrebbero finire al più presto sul mercato. Si, avete capito bene: il segno distintivo di ogni persona, che non può per nessuna ragione essere riprodotto, potrebbe al più presto finire in mano di qualche malintenzionato: e sono tanti gli esperti informatici a pensare che una situazione del genere sia molto meno lontana di quello che sembra.
Le impronte digitali sono da sempre il simbolo di riconoscimento di ogni singola persona. Vengono utilizzate dalle forze dell’ordine per trovare i colpevoli di furti e omicidi: servono a schedare, distinguere e riconoscere ogni singola persona presente sulla faccia della terra. Scientificamente, le impronte digitali sono le tracce lasciate dai dermatoglifi presenti sui polpastrelli delle mani: si tratta dell’insieme delle creste e dei solchi cutanei che assumono forme differenti da individuo a individuo. I dermatoglifi sono inoltre presenti sui palmi delle mani, sulle piante e sulle dita dei piedi: nella maggior parte dei casi, sono quelli presenti sui polpastrelli delle mani ad essere impiegati come mezzo di riconoscimento per identificare un individuo e provare a distinguerlo da un altro.
Attraverso un’approfondita ricerca, i responsabili di ZenShield, che da sempre si occupano di sicurezza digitale, hanno scoperto una pratica sorprendente, che ha lasciato tutti nell’inquietudine: esiste un fenomeno legato alla compravendita delle impronte digitali, effettuato sul mercato nero. “‘Proprio come ogni fiocco di neve è unico, così è ogni impronta digitale”, afferma l’esperto di tecnologia di ZenShield, Steffan Black. “Purtroppo, questa unicità potrebbe far finire le tue impronte digitali sul mercato”. Un pensiero che potrebbe allarmare (e non poco) le persone. In un mondo sempre più digitale e nel quale subiamo continuamente cyber attacchi, le nostre preziose impronte, potrebbero attirare l’attenzione di molti male intenzionati.
La comodità che nasconde una trappola
Viviamo, come detto, in un mondo dominato dalla tecnologia e dalla biometria. Molto spesso non ci rendiamo neanche conto di quante possibilità regaliamo, attraverso azioni che ci sembrano parte della nostra quotidianità, a chi vuole metterci in difficoltà. Le nostre impronte digitali sono a già a disposizione della rete: pensate a quando attivate il riconoscimento sugli smartphone poggiando il vostro dito sul telefono. Lo scanner a disposizione di tutti i dispositivi mobili, ci aiuta a sbloccare i nostri telefoni, ad effettuare pagamenti, ad aprire le applicazioni. In questo modo le nostre impronte digitali, girano sulla rete. Vengono salvate nei database, restano a disposizione della rete e (purtroppo) di chi ha brutte intenzioni.
Il mercato dei dati biometrici: numeri clamorosi
Le impronte digitali rappresentano una vera e propria miniera d’oro in un’epoca guidata dai dati. Si distinguono dalle password perchè non possono essere modificate. Chi entra in possesso delle impronte digitali di un individuo, può sfruttarle come vuole: potrebbero entrare negli apparecchi cellulari, nelle mail, realizzare operazioni bancarie e tutto ciò che ha nelle impronte una protezione. Senza dimenticare la facilità con la quale chi vuole realizzare attività fraudolente, può tranquillamente impadronirsi delle nostre identità. “Molte persone non sono consapevoli di questi rischi. Ci sono poche leggi che regolamentano completamente la raccolta e l’uso dei dati biometrici, lasciando campo libero allo sfruttamento”, scrivono gli esperti di Zenshield. Secondo l’Ufficio del Personale, più di 5 milioni di impronte digitali sono state rubate in un attacco informatico nel 2015. Numeri di previdenza sociale e altre informazioni personali sono stati compromessi dallo stesso attacco.
Come gli hacker potrebbero sfruttare le impronte
Realizzare una compravendita di impronte digitali sul mercato nero è tutto, fuorchè impossibile. Accedere ai nostri dati (come abbiamo visto) può essere piuttosto elementare. E ancora più semplice è venderli sul dark web. “Accedere ai dati delle impronte digitali di qualcuno può portare a gravi violazioni della sicurezza personale. Non si tratta solo di accedere al suo telefono o computer. Si tratta di assumere potenzialmente la sua identità in un contesto digitale”, ha ribadito Black, spiegando che il mercato per le impronte digitali è molto vasto. Un hacker potrebbe tranquillamente entrare in possesso dei nostri dati sensibili e sostituirsi a noi, prendendo il controllo della nostra identità digitale. Norton ha ribadito che recentemente, un attacco biometrico ha esposto le impronte digitali di oltre un milione di persone a rischi concreti. Senza calcolare il numero di utenti (circa 28 milioni) che potevano essere colpiti.
Come proteggersi dagli attacchi di chi vuole “sottrarci le nostre impronte?”
Quali sono i consigli per proteggere i nostri dati biometrici? Cosa è necessario fare per evitare di finire nel mirino di chi punta ad approfittare delle proprie conoscenze telematiche per provare a “rubarci” la nostra identità? E’ necessario sforzarci di essere il più attenti possibili e di evitare alcuni comportamenti. Innanzitutto è bene non condividere mai con nessuno i nostri dati biometrici. Come? Non usiamo le nostre impronte digitali su dispositivi che potrebbero finire in diversi mani o per sbloccare diverse applicazioni. Fondamentale poi utilizzare (quando è possibile), l’autenticazione a due fattori. Se proprio non si può fare a meno di utilizzare le impronte digitali, almeno cerchiamo di abbinarle ad un Pin, o ad un’altra password, che ci consenta di innalzare il livello di sicurezza. Come ultimo consiglio, secondo gli esperti di ZenShield, bisogna necessariamente prestare attenzione alle autorizzazioni. Non tutte le app che scarichiamo sui nostri dispositivi richiedono delle autorizzazioni per funzionare. Se qualche app chiede di poter accedere ai nostri dati biometrici, senza un motivo evidente, dovrebbe suonare un campanello d’allarme.
Bastano poche accortezze per aumentare il livello di sicurezza e non permettere che le nostre impronte finiscano in mani sbagliate, o peggio ancora vendute sul mercato nero. Pensa prima di premere. Le tue impronte digitali sono una parte preziosa di te. Non darle via con leggerezza”, ha ribadito nel report Steffan Black, esperto di ZenShield. Mai come in questo caso, la giusta prevenzione può essere fondamentale per evitare di avere delle brutte sorprese e non concedere degli assist a chi vuole prendere il nostro posto in operazioni poco chiare.