A tanti anni di distanza dall’omicidio di Chiara Poggi e con un colpevole in carcere a scontare la pena prevista da vari processi, sembra però riaprirsi l’intera vicenda
Nella mattina di lunedì 13 agosto 2007, Chiara Poggi, ventiseienne laureata in economia, fu colpita a morte con un oggetto contundente, mai identificato né ritrovato, nella villetta in cui viveva con la famiglia a Garlasco. L’efferato omicidio fin da subito ebbe un grande riscontro mediatico anche per gli innumerevoli colpi di scena, processi e sentenze di tribunali che ne seguirono. Soltanto otto anni dopo infatti, la Corte suprema di Cassazione ha riconosciuto definitivamente come unico colpevole del delitto il fidanzato della vittima Alberto Stasi, allora studente di economia, poi divenuto contabile. In tutti questi anni le continue richieste di revisione del processo da parte di Stasi, condannato a 16 anni di reclusione, sono state sempre rigettate.
Ma nelle ultime settimane, le nuove tecniche di analisi dei vari reperti ritrovati e comunque già esaminati sulla scena del delitto hanno creato la possibilità di una riapertura delle indagini. Proprio oggi infatti era prevista una doppia udienza a Pavia e a Milano per Andrea Sempio e Alberto Stasi. Il primo, già prosciolto in due diverse occasioni, è adesso nuovamente indagato per concorso in omicidio con ignoti. Mentre il secondo, che ha scontato dieci dei suoi sedici anni di condanna, è ormai vicino alla fine della pena, ma ha chiesto di poter accedere al regime della semilibertà.
Sono passati diciotto anni da quel delitto che aveva creato così tanto clamore, quando la giovane Chiara Poggi fu trovata morta sulle scale della villetta dove abitava. Quasi dieci anni per giungere alla conclusione che l’assassino era il fidanzato della ragazza di allora Alberto Stasi, condannato così a sedici anni di reclusione. Ma ora tutto sembra essere tornato in discussione. Oggi c’era grande attesa per l’incidente probatorio nella nuova inchiesta che la Procura di Pavia, con i carabinieri di Milano, ha avviato su Andrea Sempio, dopo la scoperta della possibilità, grazie a nuove tecniche investigative, di analizzare meglio tanti reperti trovati sulla scena del delitto.
La gip Daniela Garlaschelli ha accolto quindi la richiesta del Procuratore di Pavia di analizzare con un consulente terzo il dna sulle unghie di Chiara Poggi e sui quei campioni biologici e reperti vari mai analizzati, per confrontarlo con il profilo genetico di Andra Sempio, all’epoca amico di Stasi e di tutti gli uomini della famiglia Poggi o tutti quelli che frequentavano abitualmente la villetta fino al giorno del delitto.
La nuova inchiesta quindi torna a coinvolgere l’amico di Alberto Stasi, Andrea Sempio che si è sempre dichiarato estraneo ai fatti, come però anche lo stesso Stasi che da sempre ha più volte chiesto una revisione del processo per provare a dimostralo.
Nonostante la condanna definitiva, più della metà oramai scontata, i suoi avvocati hanno avanzato al Tribunale di Sorveglianza una richiesta di accesso alla semilibertà, in vista proprio del fine pena previsto per il 2028, grazie alla buona condotta del ragazzo. Richiesta per la quale però, secondo quanto emerso, la Procura generale di Milano avrebbe chiesto il “rigetto” e “in subordine” anche un rinvio del procedimento per valutare le circostanze della sua ultima intervista del 30 marzo mai autorizzata al programma “Le Iene” andato in onda su Italia 1.
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