Secondo un nuovo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), l’anno scorso l’abbondanza di gas a effetto serra nell’atmosfera ha raggiunto un nuovo preoccupante record
Le emissioni di anidride carbonica (CO2) prodotte dal consumo di combustibili fossili, petrolio, gas o carbone hanno superato il loro livello record nel 2022. La concentrazione di Co2 è arrivata a 417,9 parti per milione (ppm) e secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) l’anno scorso anche le concentrazioni di metano e di diossido di azoto nell’atmosfera sono cresciute.
Gli effetti della crisi climatica si fanno già sentire nel mondo. Le perdite economiche da siccità, alluvioni e frane sono schizzate verso l’alto, in Asia, ad esempio, nel 2021, i disastri meteorologici hanno causato un danno totale di 35,6 miliardi di dollari, colpendo 48,3 milioni di persone.
Per il pianeta è allarme gas serra
L’inquinamento dell’aria che respiriamo sulla terra continua ad aumentare. A rivelarlo è un studio realizzato dall’Organizzazione metereologica mondiale che ha rivelato come nel 2022 la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera à arrivata al valore, mai così alto, di 417,9 parti per milione (ppm), 2,2 ppm sopra il valore del 2021, che era di 415,7 ppm (+0,53%). Inoltre, nell’arco dello stesso anno solare sono aumentate anche le concentrazioni degli altri due gas serra: il metano è passato da 1907 parti per miliardo (ppb) a 1923 (+0,84%), il diossido di azoto da 334,4 parti per miliardo a 335,8 (+0,42%). “Nonostante decenni di avvertimenti da parte della comunità scientifica, migliaia di pagine di report e decine di conferenze sul clima”, ha commentato Pettari Taalas, segretario generale del Wmo, “siamo ancora nella direzione sbagliata. Infatti, come sottolineato dal report, nonostante tutte le azioni intraprese dai governi di tutto il mondo, non si intravede nel breve periodo una tendenza al miglioramento.
La tendenza per il futuro
L’ultima volta che la Terra ha avuto una concentrazione di anidride carbonica in atmosfera come quella del 2022 è stato fra 3 e 5 milioni di anni fa, quando la temperatura era più calda di 2-3 gradi e il livello del mare era superiore di 10-20 metri. Gli effetti della crisi climatica si fanno già sentire nel mondo. L’anno scorso ci sono stati oltre 100 disastri naturali nel continente: l’80% sono stati alluvioni e tempeste. I morti sono stati circa 4 mila, l’80% a causa delle alluvioni. Queste hanno causato il maggior numero di perdite di vite umane e di danni economici, la siccità ha colpito il maggior numero di persone. L’attuale livello di concentrazione di gas serra ci pone sulla strada di un aumento delle temperature ben al di sopra degli obiettivi dell’Accordo di Parigi da raggiungere entro la fine di questo secolo”, ha dichiarato ancora Taalas, “ciò sarà accompagnato da fenomeni meteorologici più estremi, tra cui caldo e precipitazioni intense, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello del mare, riscaldamento e acidificazione degli oceani. I costi socioeconomici e ambientali saliranno alle stelle. Dobbiamo ridurre con urgenza il consumo di combustibili fossili”.