A partire dal 2015, ogni 2 agosto il Parlamento europeo celebra la Giornata in memoria dell’olocausto dei rom.
Nella notte tra il 2 e il 3 agosto 1944 furono assassinate 4.300 persone di etnia sinti e rom che si trovavano nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. La maggior parte di essi erano donne, bambini e anziani. Oggi il Parlamento europeo non ricorda solo i crimini commessi contro l’umanità, ma anche l’importanza di parlarne apertamente. Sono stati in totale 500mila i sinti e rom che hanno affrontato le atrocità nell’Europa soffocata dal nazismo.
Secondo le parole della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola “sinti e rom devono godere degli stessi diritti e degli stessi trattamenti di tutti i cittadini europei”. “Oggi rendiamo omaggio – ha continuato Metsola – al contributo dei rom e dei sinti al ricco tessuto delle nostre società europee. L’Europa deve difendere lo Stato di diritto, la democrazia e l’uguaglianza. Il momento in cui diventiamo compiacenti è il momento in cui permettiamo alla storia di ripetersi”.
La presidente ha ricordato che “80 anni dopo” la tragedia, “troppe donne e uomini in Europa vivono ancora ai margini della società” e che “nella nostra Europa, abbiamo a cuore le nostre differenze, tradizioni uniche, culture e diversità. Ciò significa che i rom devono godere delle stesse opportunità e possibilità di qualsiasi altro cittadino europeo”.
Come già accennato, gli storici stimano che sono stati circa 500mila i rom ed i sinti considerati “inferiori e pericolosi” e deportati dalle Ss e dalla polizia del Reich. Come per gli ebrei, la motivazione era esclusivamente razziale. E, sempre come per gli ebrei, era prevista una “soluzione finale”, ovvero lo sterminio totale. Per non dimenticare quell’orrore rom e sinti usano le parole “porrajmos” o “porajimos”, che in lingua romanes sta per “distruzione”. Oppure ancora “samudaripen”, sterminio.
Rom e sinti sono stati perseguitati e rinchiusi in campi di concentramento e lager di tutta l’Europa occupata. In Italia si trovavano nei campi di Ferramonti in Calabria o Agnone in Molise. “Le loro vite sono state estinte, la loro cultura è stata soppressa e le loro storie sono state messe a tacere. – ha detto Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea – Abbiamo il dovere di vegliare perché la loro storia non sia dimenticata e di onorare il loro retaggio lottando per la giustizia e l’uguaglianza per tutti i gruppi minoritari razzializzati. Ricordiamo e rinnoviamo l’impegno a favore di un mondo in cui la dignità umana sia rispettata, la diversità sia celebrata e l’odio non abbia luogo”.
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