Dalle assunzioni al processo telematico, i magistrati alzano la voce: oggi l’incontro con Meloni su otto punti.
La giustizia italiana torna al centro del dibattito politico con l’atteso incontro tra il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il leader dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM). Un confronto che si preannuncia acceso, con otto richieste sul tavolo e un chiaro messaggio della magistratura: no alla separazione delle carriere tra pm e giudici.

Un punto fermo che si aggiunge a una serie di proposte mirate a potenziare il sistema giudiziario, tra cui nuove assunzioni, aumento dei fondi e un’efficace digitalizzazione del processo.
Le otto richieste dei magistrati a Meloni
L’ANM ha stilato un pacchetto di otto interventi prioritari, sottolineando l’urgenza di risorse per un sistema in affanno. I primi due punti riguardano il rafforzamento degli organici: la carenza di magistrati e personale amministrativo rallenta i processi e mina l’efficienza del sistema. Si chiede dunque un piano straordinario di assunzioni e misure concrete per alleggerire il carico di lavoro nelle procure e nei tribunali.

Un altro nodo cruciale è l’ottimizzazione della giustizia penale e civile (sesta proposta), con l’introduzione di strumenti più rapidi e funzionali per la gestione dei procedimenti. Centrale è anche la riforma del processo telematico, che secondo l’ANM necessita di maggiori investimenti tecnologici e formazione specifica per evitare inefficienze e rallentamenti.
Ma la vera battaglia si giocherà sulla separazione delle carriere. La magistratura teme che questa misura possa compromettere l’indipendenza della giustizia e piegarla a pressioni politiche. Meloni ascolterà le richieste dell’ANM o andrà avanti con la riforma della giustizia? La sfida è aperta.