A un anno dalla scomparsa della povera ragazza che è stata uccisa dal su ex fidanzato, tanti ragazzi la vogliono commemorare
Da Milano a Roma, fino a Napoli e a Palermo. Tutta Italia per Giulia. Un anno senza Giulia Cecchettin. La povera ragazza che è stata uccisa dal suo ex fidanzato in una notte tremenda e allucinante che ha risvegliato cuore e rabbia della gente per l’ennesimo femminicidio.
Un femminicidio che ha scosso tutti. Per le dinamiche, per la ripetitività e per la crudeltà di una ragazza che si era fidata ancora una volta del suo ex fidanzato di una storia che era finita da tempo, ma lui non si rassegnava e alla fine l’ha uccisa in maniera barbara.
Una storia che è rimasta nei cuori e nella testa di tante persone, soprattutto ragazzi, coetanei e non di Giulia. Non l’hanno mai dimenticata, tanto che a un anno dalla sua morte, gli studenti hanno deciso di ricordarla a loro modo, facendo tanto rumore ed esprimendo così la loro rabbia e il loro amore nel ricordo di una ragazza come loro.
“Un minuto di rumore per Giulia”, è stato questo il tam-tam che è andato via via su tutte le chat di whatsapp degli studenti di tutta Italia e lunedì 11 novembre, ad un anno esatto dalla morte di Giulia Cecchettin, tanti ragazzi faranno “rumore”.
“Nessuno l’ha mai dimenticata e dimenticherà”
E così sarà. Da Aosta a Palermo, fino a passare per Milano, Roma, Firenze e ogni città dove c’è una scuola, tanti, tantissimi studenti ricorderanno Giulia Cecchettin facendo un rumore assordante. Un minuto in suo onore e insieme a loro anche i professori. Forse sarà più di un minuto anche perché ci saranno scuole che hanno organizzato una giornata per non dimenticare.
Per parlare, stare insieme e mettere per un giorno i libri e le lezioni da parte. Perché ad un anno di distanza nessuno dimentichi mai cosa è successo e per non farlo ripetere più. “Quello che è successo a Giulia, è accaduto a tante altre donne, in un anno terribile e non deve mai succedere, mai più una cosa del genere“, dicono tanti studenti che hanno nel cuore la ragazza e che stentano ancora a credere che lei e tante altre donne siano state uccise e si potevano salvare.
“Se domani tocca a me voglio essere l’ultima“. E’ la frase che chiude la poesia di Cristina Torres Cáceres, attivista peruviana, una frase che Giulia usava spesso e che la sorella Elena condivise e fede il giro del web.