Dal precedente di Microsoft di ventisei anni fa, alla situazione di oggi di Google ed Apple: le leggi antitrust pronte a colpire di nuovo
Già nel 1998 il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti aveva sferrato un attacco antitrust nei confronti di Microsoft. La nota azienda, in seguito a un iniziale rallentamento, è poi riuscita a emergere riconquistandosi la sua posizione tra le migliori sul mercato. Oggi, a 26 anni di distanza, una situazione analoga sta accadendo con Google e la Apple. Per quanto riguarda la prima il caso è stato aperto a settembre dello scorso anno. L’accusa mossa è quella di aver trasformato il motore di ricerca in un monopolio illegale che soffoca la concorrenza e l’innovazione. Per quel che concerne la società che fu di Steve Jobs, invece, l’inizio della vicenda risale a un solo mese fa.
Un’attività federale, almeno quella contro Google, che ha radici profonde e risalenti addirittura al 2020. In quell’anno spuntò la prima delle affinità all’operato con il già citato precedente Microsoft. Le autorità di regolamentazione paragonarono gli accordi lucrosi che l’azienda ha stabilito con Apple – per bloccare il suo motore di ricerca nel browser web iPhone e Safari – con le stesse tattiche che Microsoft implementò nel suo software per personal computer con lo scopo di bloccare la concorrenza. E come all’epoca l’azienda di Bill Gates accusò le conseguenze, favorendo la loro emersione, ora starà a questi pagare lo stesso dazio.
Ad avvalorare il punto di vista degli Usa, come sottolinea il Dipartimento di Giustizia, sono le lamentele che lo stesso Steve Jobs espresse pubblicamente nel ’98. Questo denunciò le ‘tattiche sporche’ di Microsoft, esortando le autorità di regolamentazione a prendere misure per costringerli a giocare con onestà. Oggi che a essere nel mirino dell’antitrust è la sua azienda, i dirigenti che l’hanno ereditata sono prigionieri della stessa filosofia societaria. Motivo per cui i membri del Dipartimento, nel separato caso di Apple, insistono duramente su questo punto.
“Il caso Microsoft” – sottolineano – “ha creato nuove opportunità di innovazione in aree che sarebbero diventate cruciali per il successo dei dispositivi consumer di Apple e dell’azienda stessa“. Un concetto che viene ribadito anche da un’esterna alla vicenda. La professoressa di diritto della Vanderbilt University ed esperta di questioni antitrust, Rebecca Haw Allensworth, ha spiegato: “Non si tratta di un programma volto a perseguire e distruggere le aziende, si tratta di cercare di ripristinare la concorrenza in un mercato. Quello che è accaduto con il caso Microsoft è un successo che può anche fornire un modello per Apple e Google. Quando le persone si chiedono perché l’America sta cercando di distruggere le sue aziende di maggior successo, bisogna sottolineare un aspetto. Microsoft si è comportata benissimo dopo aver ricevuto un’importante causa antitrust nei suoi confronti. Lo stesso può avvenire per le altre due“.
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