Governo e caos: tra Lega e Forza Italia è scontro 

Governo in bilico con la maggioranza in crisi: scontro continuo tra Lega e Forza Italia su tematiche di stretta attualità politica

Il centrodestra traballa sotto il peso delle tensioni interne. Da giorni, Lega e Forza Italia si scambiano attacchi reciproci, alimentando un clima di crescente instabilità nella maggioranza. L’ultimo affondo arriva dal sottosegretario leghista Claudio Durigon, che ha dipinto Antonio Tajani in difficoltà e bisognoso di un sostegno politico.

Due leader a confronto
Tra Lega e Forza Italia: ecco il gelo Cityrumors.it foto Ansa

Ma il leader di Forza Italia non ha incassato in silenzio. Con una replica secca e pungente, Tajani ha prima scelto il registro letterario, citando Dante: «Non ti curar di loro, guarda e passa», per poi passare a una metafora ancora più dura, paragonando la strategia leghista a un tentativo di “saccheggiare i pascoli”.

Il vero nodo dello scontro: la politica estera divide Lega e Forza Italia

Dietro questo scambio di colpi c’è molto più di una semplice rivalità politica. La politica estera è il terreno di battaglia principale, con Lega e Forza Italia su posizioni divergenti su dossier strategici come il rapporto con l’Europa, il sostegno all’Ucraina e le alleanze internazionali.

Il malessere cresce e le divisioni interne rischiano di esplodere, mentre la leadership di Tajani cerca di blindare il proprio spazio politico all’interno della coalizione.

Salvini fa rumore
La Lega di Matteo Salvini fa botta e risposta con Tajani Cityrumors.it foto Ansa

Forza Italia difende la propria identità politica, respingendo le manovre leghiste. La Lega alza i toni, tentando di guadagnare spazio e ridefinire gli equilibri. Il centrodestra reggerà a questa ennesima scossa? O il rischio di frattura è ormai inevitabile?

Le prossime settimane saranno decisive per capire se la maggioranza può ancora rimanere compatta o se lo scontro tra Lega e Forza Italia segnerà un punto di non ritorno. Addirittura qualcuno parla di “interessi nazionali” vs “percentuali sui consensi delle varie regioni”. Come per esempio, il Senatore Claudio Borghi che, nella querelle, si è rivelato il più pungente.

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