L’attivista più iconica del nostro tempo, la ragazzina con le trecce che è riuscita a innescare un movimento globale, è cresciuta e festeggia la maggiore età
Tre anni e mezzo fa, il 20 agosto 2018, una ragazza svedese di 15 anni decide che tutti i venerdì, invece di andare a scuola, si siederà davanti al Riksdag di Stoccolma per scioperare contro il disinteresse del governo sui rischi del cambiamento climatico. Il suo nome è Greta Thunberg e, solo un anno dopo, il suo volto e le sue trecce sono note in tutto il mondo. A distanza di molti mesi da quei giorni che sembravano voler cambiare il mondo, resta uno dei volti più noti dell’attivismo climatico.
Il Fridays for Future, quel movimento internazionale di protesta per la Giustizia climatica, composto da persone che organizzano e partecipano a manifestazioni in cui chiedono e rivendicano azioni politiche atte a prevenire il riscaldamento globale e il cambiamento climatico, noto anche come “sciopero scolastico per il clima”, ha assunto portata globale al punto da dare vita, il 20 settembre 2019, al primo Global Climate Strike, il più grande sciopero climatico mondiale della storia, con oltre 4 milioni di persone in 161 paesi.
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Cosa fa oggi l’attivista più famosa del pianeta
Greta Thunberg, diventata negli ultimi anni uno dei volti più noti dell’attivismo climatico, il 3 gennaio ha compiuto 21 anni. La fondatrice del movimento Fridays for Future, famosa prima per le proteste in solitaria davanti al parlamento svedese e poi per i suoi discorsi sui palcoscenici più importanti a livello internazionale, ha concluso il proprio percorso scolastico lo scorso giugno: traguardo che ha celebrato guarda caso con un ultimo sciopero per il clima. Nata nel 2003 a Stoccolma da madre cantante d’opera e padre attore, la piccola Greta ha attirato l’attenzione mediatica grazie alla sua determinazione. Molto sensibile ai temi ecologisti, nell’estate del 2018 ha deciso di mettersi in gioco in prima persona con un percorso di protesta davvero singolare. Prima ancora di diplomarsi, la Thunberg aveva ricevuto un dottorato ad honorem dalla Facoltà di Teologia dell’Università di Helsinki, scatenando più di una reazione contraria da parte di molte persone che hanno accusato l’attivista di aver trasformato il cambiamento climatico in una religione e soprattutto l’università per aver addirittura premiato una studentessa che saltava continuamente giornate di scuola per il suo nuovo “impegno”.
La protesta contro il COP 28
I due anni di pandemia hanno comunque rallentato l’azione del Fridays for future della Thunberg. Molti appuntamenti furono rimandati, molti sit.in di protesta rinviati e gli scioperi si spostarono online, ovviamente non con lo stesso effetto. Di lei le cronache si tornarono a occupare lo scorso 17 ottobre, quando fu, a sorpresa, addirittura arrestata a Londra durante una protesta contro una conferenza internazionale sul petrolio e sul gas, svolta durante il primo giorno dell’Energy intelligence forum, con l’accusa di “aver bloccato il passaggio in una strada pubblica”, e il conseguente processo si terrà il prossimo 1 febbraio. La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si è svolta a Dubai nel dicembre scorso è stata l’ultima occasione per ascoltare l’opinione dell’attivista, che definì l’intesa “una pugnalata alle spalle” per le nazioni più colpite dal riscaldamento globale.