Guerra aperta tra gli studenti e la Polizia: aggressioni, violenze e accuse

Studenti in rivolta, poliziotti arrestati e fuggiti, persone improvvisamente scomparse: tutta la verità su una situazione insostenibile

Più di quaranta studenti scomparsi nel nulla: due agenti federali, che stavano provando a cercarli, dei quali non si è saputo più niente da giorni, poliziotti che indagano su altri poliziotti, accuse infamanti e storie losche che gettano le forze dell’ordine in cattiva luce. Tutto mentre alcuni esponenti politici, candidati alle prossime elezioni, vengono uccisi senza pietà in mezzo alla strada.
Sempre più insostenibile la situazione tra le forze dell’ordine e gli studenti – Cityrumors.it
La situazione, all’interno del Paese sembra ormai fuori controllo. Da giorni il Presidente sta cercando di fare luce sul comportamento delle forze di Polizia, ritenute responsabili della scomparsa e della probabile morte di 43 studenti, scomparsi improvvisamente più di dieci anni fa. Il Governo ha inviato due detective federali per cercare di fare luce su questa vicenda. Avevano il compito di indagare, di scoprire cosa fosse realmente successo e (eventualmente) assicurare i responsabili alla giustizia. Ma le cose hanno preso una piega totalmente inaspettata. I due investigatori (che indagavano sugli sparimenti) sono spariti dalla circolazione e ritrovato solo diversi giorni dopo.
Tutto è accaduto in Messico. Nazione che da settimane è al centro della cronaca nera: uccisioni, sparizioni, rapimenti, sono all’ordine del giorno e la lotta intrapresa dal Governo contro i narcotrafficanti, ha trasformato il Paese in una vera e propria polveriera. I cartelli della droga si sono ribellati: hanno iniziato una lunga serie di rappresaglie, culminate con l’uccisione di numerosi candidati alle prossime elezioni nazionali. In questo clima, il Governo prova ad andare avanti e ad assicurare l’ordine pubblico. Ecco perchè il Presidente Guerrero aveva cercato di mandare due detective federali a fare luce sulla questione. Ma a distanza di pochi giorni dal loro coinvolgimenti, i due (un uomo e una donna) avevano fatto perdere le loro tracce.
Arrestate minorenni attentato terroristico
La Polizia sotto assedio. Accuse gravissime nei confronti delle forze dell’ordine – Notizie.com

La storia dei 43 studenti scomparsi e le ombre sulla polizia

Di loro non si è saputo più nulla per giorni, fino all’effettivo ritrovamento. I funzionari statali non hanno dato delucidazioni su come siano stati ritrovati, non fornendo informazioni utili neanche sul luogo e sulle loro condizioni. Neanche se siano stati liberati o se siano fuggiti. Il presidente Andrés Manuel López Obrador ha lanciato l’allarme: “Spero che questo non abbia a che fare con coloro che non vogliono che troviamo i giovani”. Una storia che ha sconvolto l’intero Paese e che ha portato il Messico a vivere una situazione di enorme disagio. Con polemiche interne e numerosi attacchi da parte dell’opinione pubblica. Tutto accadde nel 2014, quando 43 studenti di un college rurale di Guerrero, sparirono nel nulla. Le indagini portarono ad una conclusione: gli inquirenti ritengono che siano stati rapiti da funzionari locali e consegnati a una banda di narcotrafficanti per essere uccisi.
Gli studenti di quel college, situato a Tixtla, a nord di Acapulco, hanno una lunga storia di dimostrazioni e scontri con la polizia, e la settimana scorsa uno studente è stato ucciso a colpi di arma da fuoco in quello che le autorità  hanno definito “uno scontro con un ragazzo alla guida di un’auto rubata”. Uno degli agenti di polizia coinvolti nella sparatoria era stato arrestato e posto sotto indagine, dopo che il presidente ha descritto la sparatoria come “un abuso di autorità” e ha confermato che lo studente ucciso non fosse armato e non avesse sparato. Lopez Obrador ha però ammesso che l’agente di polizia che era stato arrestato, è riuscito a fuggire, evitando di finire nelle mani della Giustizia. Una vicenda che ha scatenato furiose polemiche. Secondo il Presidente, la Polizia di Stato non aveva sorvegliato adeguatamente il loro collega, dicendo che l’arresto “non era stato eseguito secondo il protocollo”. Un particolare che aveva portato nuove e pesanti proteste da parte degli studenti.

Che fine hanno fatto gli studenti scomparsi? I macabri ritrovamenti

Ecco perchè si era cercato di fare luce sulla scomparsa dei 43 ragazzi. L’intenzione era quella di placare gli animi dei contestatori e riportare un minimo di serenità. Ieri alcuni dimostranti studenteschi hanno fatto irruzione negli uffici del pubblico ministero a Chilpancingo, capitale dello stato di Guerrero, facendo esplodere esplosivi e dando fuoco a 11 veicoli della polizia. L’ufficio del procuratore ha detto che quattro dei suoi dipendenti sono stati feriti. Si ritiene che i 43 studenti maschi scomparsi siano stati uccisi e bruciati da membri di una banda di narcotrafficanti. I due detective scomparsi questa settimana facevano parte di uno sforzo durato anni per trovare dove fossero stati gettati i resti degli studenti. López Obrador non ha specificato quando i detective sono scomparsi. Le autorita’ sono state in grado di identificare i frammenti ossei bruciati di solo tre dei 43 studenti scomparsi. Il lavoro prevede in gran parte la ricerca di luoghi di discarica clandestina di corpi nelle zone rurali e isolate dello Stato dove operano i cartelli della droga, che hanno il controllo su numerose zone del Paese e che si sono resi protagonisti di numerosi atti di violenza.

Le tensioni tra il Presidente e le famiglie dei studenti: tutti i motivi del contendere

In una testimonianza davanti a una commissione di intelligence del Senato degli Stati Uniti questa settimana, il direttore dell’intelligence nazionale degli Stati Uniti, Avril Haines, ha riconosciuto che “ci sono parti del paese che sono effettivamente sotto il controllo dei cartelli sotto certi aspetti. ” La fuga dell’agente di polizia accusato e la temporanea scomparsa dei due detective sono avvenute in un momento di tensione tra López Obrador e le famiglie degli studenti scomparsi, che lo accusano di non aver fatto abbastanza per indagare sulla sorte dei loro figli. La scorsa settimana, i manifestanti a sostegno delle famiglie degli studenti scomparsi hanno usato un pick-up per abbattere le porte di legno del Palazzo Nazionale di Città del Messico, dove vive e lavora López Obrador. I manifestanti hanno sfondato le porte e sono entrati nel palazzo coloniale prima di essere allontanati dagli agenti di sicurezza. López Obrador ha definito le proteste una provocazione, affermando che i manifestanti avevano mazze, fionde potenti e fiaccole. López Obrador si è lamentato del coinvolgimento di gruppi per i diritti umani che, secondo lui, gli hanno impedito di parlare direttamente con i genitori degli studenti scomparsi.
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