Guerra in Israele: l’allarme del generale Graziano

Il generale Graziano in una intervista a ‘La Stampa’ sulla guerra in Israele: “L’obiettivo deve essere quello di evitare una escalation incontrollata. Altrimenti…”.

La guerra in Israele prosegue senza sosta e in questo momento non si vede la possibilità di arrivare ad una tregua. Il rischio reale, però, è quello di un allargamento del conflitto considerando che il Libano ha ammesso che la decisione è nelle mani di Netanyahu.

Intervista Graziano La Stampa guerra in Israele
Graziano intervistato da ‘La Stampa’ – Cityrumors.it – © Ansa

Le parole del premier ad interim libanese sono terribili, ma anche incoraggianti – ammette il generale Graziano in un’intervista a La Stampail Libano sta cercando di raffreddare gli animi perché sente il pericolo. Ora tocca al mondo cercare di evitare una escalation incontrollata. L’obiettivo deve essere quello di non far sfociare il confronto in un conflitto regionale“.

“Israele deve muoversi evitando di colpire i civili”

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Il pensiero del generale Graziano sulla guerra in Israele – Cityrumors.it – © Ansa

Graziano in questa intervista si sofferma anche su come deve muoversi Israele: “Per prima cosa bisogna dire che quanto successo il 7 ottobre è un attacco senza precedenti e anche la reazione di Netanyahu sarà simile oltre che lunga e impegnativa. Bisogna anche dire che Hamas dal punto di vista militare è riuscito a combinare le due forme più complicate di guerra: ovvero combattimenti nei centri urbani e una guerra sotterranea dove per anni si sono preparati con i tunnel“.

Ora Israele deve reagire da Stato colpito, ma democratico – spiega il generale – quindi deve muoversi per combattere i terroristi, ma cercare di non provocare danni collaterali ai civili“.

“Bisogna costruire un futuro di pace”

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Per Graziano va costruito un futuro di pace – Cityrumors.it – © Ansa

Il generale Graziano vede un collegamento tra “la decisione dell’Occidente di abbandonare Kabul, la guerra in Ucraina ed ora il conflitto in Israele. Forse ciascuno ha sfruttato l’opportunità degli altri. Ora, però, non bisogna guardare al passato, ma quello che conta è la risposta“.

L’obiettivo non deve essere solo evitare una escalation, ma bisogna iniziare a lavorare per costruire un futuro di pace. Per farlo si deve avere una risposta unitaria dell’Occidente, ma anche ei Paesi arabi moderati. Naturalmente in tutto questo bisogna sapere che l’Onu è bloccata da diversi veti“.

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