In merito a quanto sta accadendo in Israele ha voluto esprimere un proprio pensiero anche Antonino Brusà. Quest’ultimo ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “Sole 24 Ore”
Le immagini che arrivano direttamente dal Medio Oriente ci lasciano completamente senza parole e con un senso di impotenza che non si può descrivere. Quanto sta accadendo in Israele (così come vale in Ucraina ed in tutti i posti in cui ci sono da anni le guerre) è a dir poco sconvolgente. La situazione che si sta verificando a Gaza è gravissima. Questo, ovviamente, non è affatto un mistero. Non soltanto per quanto riguarda il lancio di razzi, numero di vittime, feriti e molto altro, ma per una situazione umanitaria al limite.
Questo è quello che denuncia Antonino Brusà (Onu). Quest’ultimo ne ha parlato in una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Sole 24 Ore“. Come riportato in precedenza la situazione non è affatto delle migliori. Soprattutto dal punto di vista dell’acqua visto che, con il passare dei giorni, sta diminuendo sempre di più. Senza dimenticare anche la questione che riguarda il carburante. Ed è per questo motivo che ha voluto lanciare un allarme: “E’ necessario far funzionare i dissalatori. Gli ospedali rimasti e le pompe”.
A Gaza si sta vivendo una “catastrofe umanitaria” non indifferente. La situazione, con il passare dei giorni, si sta complicando sempre di più. L’attuale direttore delle Human Resources della Unrwa, l’agenza delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi, ha cercato di fare il punto della situazione. Soffermandosi sui vari punti che stanno colpendo il Medio Oriente.
Guerra Israele, Brusà: “A Gaza emergenza umanitaria”
Poi ha continuato dicendo: “Prima dell’escalation entravano a Gaza ogni giorno 500 camion di rifornimenti da Rafah, soprattutto benzina e cibo. Un rifornimento per noi essenziale, visto che diamo da mangiare a 1,2 milioni di persone. Tutto questo si è bloccato e le scorte stanno finendo, anche se la possibile riapertura per 20 camion è un barlume di speranza”.
“L’emergenza umanitaria per il nuovo conflitto si somma ad una situazione già gravissima: l’80% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. A Khan Yunis, centro abitato a sud della Striscia, Unrwa ha un training center, un centro di educazione e formazione professionale, dove sono in questo momento accolti 22mila sfollati: ebbene per tutti ci sono solo due bagni”.
In conclusione: “In questo momento il nostro personale copre tutte le esigenze, ci sono insegnanti, medici, infermieri, ma anche operatori ecologici, i quali da giorni stanno lavorando per rimuovere le macerie e cercare i dispersi”.