Una storia atroce, una delle tante che accadono negli ospedali italiani a regime pubblico, ma c’è anche chi si impegna a fare diversamente
Una storia tragica. Di quelle che fanno arrabbiare ma anche tanto riflettere allo stesso tempo. Una di quelle storie di cui si sente e si legge da diverse parti in Italia. E’ un caso di malasanità, anche se in questa particolare situazione un po’ troppo cinica, anche se alla fine c’è una sorpresa inaspettata.

Una donna di 72 anni è ricoverata nell‘ospedale pubblico Umbero I di Nocera perché si deve sottoporre a un delicato intervento chirurgico alle corde vocali, uno di quegli interventi che attende di fare da diverso tempo ma per vari motivi è stato rimandato, almeno fino al giorno della tanto agognata operazione fissata. Tutto pronto, quando in stanza arriva uno dei dottori che, costernato, le dice che non può più operarla.
“Cara signora, lei non ha pagato e quindi non può più essere operata“, le parole che sono state pronunciate e che hanno fatto calare il gelo nella stanza con la signora di 72 anni che per poco non ha un colpo. Il problema era che non aveva pagato il conto in anticipo e il personale sanitario ha deciso di dimetterla il giorno prima dell’operazione che l’avrebbe curata dal tumore. Apriti cielo. E si apre una specie di calvario per la povera donna.
Si attivano tante persone e alla fine succede qualcosa
Una storia che ha avuto inizio a luglio del 2024 quando la donna viene a conoscenza del problema alla laringe e che si deve operare anche con una certa urgenza perché affetta da una rara malattia che si chiama retinite pigmentosa e si sospettava che ci fosse un tumore alla laringe tra il terzo e il quarto stadio. Si comincia tutto l’iter sanitario con la donna e suo figlio che si accordano per l’operazione, ma quando arriva il giorno tanto atteso, l’ospedale la dimette perché “non ha pagato il conto in anticipo come era nei patti“.
A quel punto il figlio Daniele si offre di pagare quanto stabilito ma la pratica di dismissione della paziente è già in atto e non si può più fare nulla. Si apre il caos, ma la risposta del primario è stata lapidaria e disarmante: “E che volete da me, sua madre si è ridotta a settembre per fare l’operazione. Adesso vediamo, per i prossimi 15 giorni sono impegnato”.

Tutto alla fine si risolve con la signora che è stata operata in regime pubblico, anche se il figlio Daniele ancora non si rende conto della storia che ha passato e che tante persone passano ogni giorno e diverse storie non hanno questo lieto fine.
“Non ringrazierò mai abbastanza la generosità e competenza, sua e della sua équipe in pochi giorni mia madre è stata dimessa e ora sta bene. Ma trovo assurdo che in un ospedale pubblico con una paziente ricoverata per un tumore potenzialmente mortale, a poche ore dall’intervento, anteponga i soldi a salvare una vita“, spiega Daniele il figlio della signora.