Hamas libera 4 soldatesse, ma la “lista” rischia di far saltare l’accordo

La liberazione anticipata che crea tensioni: cosa sta succedendo dopo la liberazione di Hamas di altre 4 soldatesse

Quattro ostaggi israeliani, quattro soldatesse, stanno per tornare a casa. Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy (tutte ventenni) e la diciannovenne Liri Albag dovrebbero essere liberate oggi, in anticipo rispetto a quanto previsto dagli accordi. Una notizia che, in un primo momento, sembrava portare un raggio di speranza, ma che in realtà ha innescato nuove tensioni e messo a rischio l’intero processo di scambio.

Proteste per la liberazione degli ostaggi
Hamas libera 4 soldatesse, ma la “lista” rischia di far saltare l’accordo (LaPresse Foto) – Cityrumors,it

A dare l’annuncio è stato il portavoce dell’ala militare di Hamas, Abu Ubaida, secondo quanto riferito da al-Arabiya. Questo è il secondo scambio previsto dall’accordo di cessate il fuoco entrato in vigore domenica scorsa. Fin qui, tutto sembrerebbe procedere secondo i piani. Ma c’è un dettaglio che ha fatto storcere il naso a Israele: la “lista” dei nomi comunicata da Hamas.

Le quattro donne appartengono all’unità di sorveglianza elettronica delle Idf e saranno liberate dopo 477 giorni di prigionia, come riferito da Hamas all’agenzia di stampa saudita Asharq News. Al Jazeera, inoltre, ha riportato che i veicoli della Croce Rossa si stanno dirigendo dalla Striscia di Gaza al valico di frontiera di Kerem Shalom, nella parte meridionale di Gaza.

Le soldatesse facevano parte di un gruppo di sette rapite dall’unità di sorveglianza delle Idf presso la base militare di Nahal Oz durante il massacro guidato da Hamas il 7 ottobre 2023. Il loro compito era analizzare in tempo reale le immagini delle telecamere poste lungo il confine di Gaza.

Furono rapite dai miliziani di Hamas che irruppero nella base, uccidendo 52 soldati israeliani. Con loro era stata sequestrata anche una quinta soldatessa, Agam Berger, di cui però non si hanno più notizie.

La violazione dell’accordo iniziale

Il problema, secondo Tel Aviv, è che l’annuncio di Hamas sulle soldatesse viola l’intesa iniziale, che prevedeva la liberazione prioritaria delle civili e non delle militari, come avvenuto nel primo scambio di domenica scorsa, quando tre donne civili hanno potuto riabbracciare le loro famiglie. Una “questione di priorità” che rischia di far saltare l’intero accordo.

Israele
La violazione dell’accordo iniziale (LaPresse Foto) – Cityrumors.it

Nonostante la “violazione”, però, Israele ha deciso di accettare la lista, ritenendo che la situazione non fosse abbastanza grave da far fallire l’accordo. Oltre alle cinque soldatesse di sorveglianza, nella lista originale dei 33 ostaggi che dovrebbero essere rilasciati nella prima fase del cessate il fuoco ci sono anche due ostaggi civili di sesso femminile: Arbel Yehud, 29 anni, e Shiri Silberman Bibas, 33 anni. Anche i due figli di Bibas, Ariel e il piccolo Kfir, e suo marito Yarden sono nella lista dei 33 da liberare.

Secondo Channel 12, all’origine di questo “cambio di programma” ci sarebbe una disputa interna ad Hamas. L’ala della Jihad islamica palestinese a Gaza si sarebbe opposta alla liberazione di Arbel Yehud.

La cittadina tedesco-israeliana, che ha compiuto 29 anni a Gaza, doveva essere rilasciata domenica scorsa, nel primo scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi, ma è stata sostituita da Hamas all’ultimo minuto. Al suo posto, domenica, è stata rilasciata Emily Damari, con doppia cittadinanza israeliana e britannica. Un vero e proprio “intrigo” che complica ulteriormente la situazione.

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