I carabinieri hanno sgominato questa mattina un gruppo criminale che riforniva le piazze di hashish, mescalina e kratom.
L’operazione è stata denominata “Mexal” ed ha portato a 9 custodie cautelari in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 5 provvedimenti di divieto di dimora nel Comune di Livorno. L’indagine si è concentrata su diverse province di Toscana e Liguria. L’ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale di Livorno su richiesta della Procura della Repubblica. In campo i carabinieri del comando provinciale di Livorno, del nucleo elicotteri (Nec) di Pisa, del nucleo cinofili di Firenze e del VI battaglione “Toscana”.
Gli indagati, 6 italiani e 9 extracomunitari tutti di età compresa tra i 26 e i 67 anni, sono accusati a vario titolo ed in concorso tra loro, di traffico, importazione e spaccio di sostanze stupefacenti. L’indagine è stata avviata a seguito di una segnalazione della Dcsa (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga). In Francia il 25 maggio 2023 è stato sequestrato un pacco proveniente dal Perù contenente 2 kg di mescalina destinato ad una donna di Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno.
Da quel momento le forze dell’ordine sono risaliti, anche attraverso la collaborazione delle autorità francesi, peruviane, spagnole, ceche e tunisine, ad un vero e proprio gruppo criminale capace di trafficare sostanze stupefacenti di vario tipo: cocaina, hashish, mescalina, metadone e kratom. Lo spaccio avveniva nelle aree boschive attorno a Piombino, nelle province di Pisa e di La Spezia ed a Castiglione della Pescaia, non lontano da Grosseto.
Diversi fornitori sono stati individuati anche in Spagna e nel ravennate. Lo spaccio, in particolare, avveniva prevalentemente mediante cessione per appuntamento telefonico, tramite linguaggio criptico. Nonché attraverso “pizzini” utilizzati per evitare che le conversazioni venissero captate, consentendo, nel periodo di osservazione, di raggiungere un volume d’affari di circa 150mila euro.
I termini utilizzati per le “ordinazioni” erano “aperitivo” o “frutta” per indicare genericamente lo stupefacente o più specificatamente “uva bianca” per la cocaina. E poi “uva nera” per l’eroina, “plastica” oppure il “vetro” per il metadone, a seconda del tipo di confezionamento. Non sono mancati anche “feedback” sulla droga da parte degli assuntori con le parole “frutta marcia” per indicare una fornitura di qualità scadente. In altri casi gli indagati parlavano di “gioco” o di “Mario”. Facendo riferimento ad una partita di hashish su cui era raffigurata l’immagine di un noto videogioco.
Parallelamente è stata ricostruita la specifica attività illecita di uno dei principali indagati, un noto imprenditore 38enne del settore alimentare di Castiglioncello. Quest’ultimo, in diverse occasioni, si è rifornito di mescalina e kratom dal Sudamerica ed in particolare dal Perù. L’uomo acquistava le sostanze tramite criptovalute sul darkweb o su Telegram e attraverso viaggi effettuati personalmente.
“La complessa operazione di polizia giudiziaria – si legge in una nota – ha fornito uno spaccato trasversale relativo all’operatività di diversi e strutturati gruppi criminali, in collegamento fra loro, composti da italiani e stranieri. Detto quadro ha peraltro evidenziato i vari livelli criminali ricoperti dai principali indagati. E poi l’elasticità di adattamento di strutture, estremamente snelle e capaci di ricomporsi. Sostituendo ogni volta gli elementi tratti in arresto e capace di approvvigionarsi nuovamente dopo i sequestri, anche di ingenti quantitativi”.
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