I neonazisti volevano uccidere la Meloni: ecco come

Avevano programmato e preparato quasi tutto nei minimi dettagli, e a provarlo chat e scambi su Telegram

Volevano organizzare e programmare un attentato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni perché, secondo i neonazisti arrestati a Bologna dalla polizia, la Premier era una “traditrice”.

Il simbolo dei neonazisti
I neonazisti volevano uccidere la Meloni: ecco come (Ansa Foto) Cityrumors.it

Un piano e dettagli allucinanti, con tanto di prove su chat whatsapp e telegram, anche e soprattutto per questo la polizia è intervenuta con un blitz improvviso e ha arrestato 12 persone che si stavano preparando a fare qualcosa di impensabile. Atti di vero terrorismo.

Allenavo cinque persone potenzialmente guerriglieri a dargli un’arma in mano, andare davanti alla Meloni e sparargli in testa“, uno dei tanti messaggi che si scambiavano i componenti della Werwolf Division. Erano obiettivi che stavano realmente perseguendo, almeno secondo quelle che sono le accuse, ovvero il progetto di uccidere la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Ed è tutto dimostrabile in una intercettazione del maggio 2023 attribuita a Salvatore Nicotra, bolognese di 45 anni, ora in carcere, e che viene considerato uno degli ideatori dell’attività di propaganda estremista e suprematista, ma soprattutto neonazista

Ogni piano era ben studiato: attentato a Meloni

Nicotra, è stato frequentatore di palestre di Thai Boxe ed è un appassionato di armi da fuoco, tanto che per le forze dell’ordine e per gli inquirenti erano allarmanti e preoccupanti i propositi di questa persona nel voler commettere omicidi anche da solo, anche perché, secondo tante intercettazioni, era “pronto a morire per la causa”.

C’è un albergo davanti al Parlamento, da lì gli puoi sparare un colpo dall’alto” uno dei tanti messaggi intercettati e che hanno preoccupato parecchio le forze dell’ordine che sono intervenute. Messaggi che diceva sempre Nicotra per “attentare alla vita” della premier, che secondo i componenti era una vera e propria “traditrice dei valori”, ma anche “concubina di Sion“, anche per questo “bisogna farla cadere“.

Il blitz della polizia
Ogni piano era ben studiato: attentato a Meloni (Ansa Foto) Cityrumors.it

Per queste persone che erano pronte a fare del male, ad iniziare proprio da Giorgia Meloni che, secondo i componenti, era “fascista finché non è salita al potere e ora rinnega di esserlo“.

Un piano che coinvolgerebbe tante altre persone, tanto che che viene fatto anche il nome di Forza Nuova, visto che lo stesso Nicotra aggiunge, riferendosi ai suoi commilitoni che “vi stavo addestrando perché volevo unirci appunto all’ordine di Hagal, cioè a Forza Nuova e a quegli altri, per andare giù a Roma e fare un colpo di Stato contro il governo… al Parlamento. Volevo dare un’arma a ciascuno, un fucile a ciascuno, addestrati a dovere per fare la guerriglia“.

Non solo Meloni, i giornalisti come obiettivo

Ma non è tutto anzi c’è molto di più. “È ora di formare due eserciti, uno davanti alle guardie del Parlamento italiano, uno alle spalle delle guardie stesse che lo prenderebbe di sorpresa dopo il primo attacco, e un terzo fronte che attacca frontalmente ed entra dentro portando fuori i politici?”.

Un odio viscerale anche nei confronti di tanti giornalisti, tra cui David Parenzo, il noto conduttore che viene apostrofato come “sionista, giudeo, vigliacco” si scambiano messaggi lo stesso Nicotra e altri personaggi tra cui Daniele Trevisani, che è stato identificato e arrestato.

Il blitz della Polizia
Non solo Meloni anche i giornalisti (Ansa Foto) Cityrumors.it

Dall’analisi del telefono sequestrato a Trevisani si sono scoperte tante altre cose, come l’aver incitato e fomentato Ziosi ad avere contatti con Z.A.S., ex appartenente all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina perché poteva essere utile soprattutto perché “sa costruire piccoli ordigni artigianali“.

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