Sono stati resi noti i contenuti di due quaderni di Matteo Messina Denaro con all’interno riflessioni destinate a sua figlia Lorenza
I segreti di Matteo Messina Denaro, i segreti di uno dei boss mafiosi più pericolosi e influenti di sempre. Il nuovo volto della mafia dopo le morti di Falcone e Borsellino, artefice della rivoluzione che ha in qualche modo superato la logica operativa di Toto Riina, andando a creare una mafia 2.0, più istituzionale, meno rumorosa, ma probabilmente più forte.
A più di un anno dalla sua morte, arrivata pochi mesi dopo la cattura, oggi vengono svelati alcuni dei suoi segreti più intime. Parole, vanti, opinioni e obiettivi che il leader di Cosa nostra aveva trasferito dalla sua mente, dalle sue parole, su due quaderni di copertina rigida e con all’interno raffigurazioni stampate di Vincent Van Gogh.
Ci sono i suoi pensieri, ci sono le sue riflessioni. Permetto di entrare nell’intimo di uno degli uomini più temuti nella storia del nostro Paese. Una preziosa testimonianza di come funziona la mente di un criminale, di come in tredici anni sia cambiato nel modo di vedere, interpretare e agire.
Non esiste un filo conduttore che lega gli argomenti trattati. Tutto gira intorno a sua figlia Lorenza, a quella ragazza con cui non ha mai avuto un vero rapporto da padre, ma che in qualche modo è riuscita a piegare il padre riuscendo in quell’obiettivo sul quale, invece, “lo Stato ha fallito”.
Il contenuto dei quaderni
In questi macabri quaderni non mancano i tentativi di Matteo Messina Denaro di imporre il proprio pensiero alla figlia, trasmettergli promesse di fedeltà, di lealtà che per quanto paventate non hanno niente a che vedere con la mafia. Lui che si vantava del suo comando sui “picciotti”.
Lui che per fermarlo c’era “voluto uno Stato intero”. Punti di cui andava fiero e cercava di convincere Lorenza fossero elementi positivi da aggiungere alla considerazione che aveva del padre-mafioso. A questi concetti si alternano le foto, come quella davanti all’Arena di Verona per mostrarsi com’era realmente e smentire un identikit che lo faceva sembrare di “86 anni e 5 mesi”.
“Ricordatelo chi è stato tuo padre” – gli scrive, continuando – “colui che non ha avuto timore di sfidare un intero Stato”. Queste le frasi-mantra contenute nei quaderni, quei messaggi di un vanto inesistente e misero che mette sul piatto destinato alla figlia.
Messina Denaro non si smentisce mai, non cerca di mostrarsi in altre vesti, ma per quello che é, orgoglioso di esserlo, senza alcun rimorso. Manipolatore, predatore sessuale e patriarca. Questo è quello che si evince, questo è quel che vuole mostrare: uno specchio di sé stesso raccolto in riflessioni e pensieri sparsi.