Mario Eutizia, il 47enne “badante killer” che si è autoaccusato di quattro omicidi resta in carcere su disposizione del gip.
La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere lo aveva definito un “angelo della morte” negli atti che avevano portato allo stato di fermo. Fatti, nomi, vicende e motivazioni sono stati ribaditi nelle scorse ore anche al giudice per le indagini preliminari Alessandra Grammatica nel corso dell’udienza di convalida. Il gip ha dunque revocato il fermo del 47enne, non sussistendo il pericolo di fuga, ma ha comunque confermato la custodia cautelare in carcere.
Grammatica ha quindi giudicato esistenti e attuali le esigenze cautelari, tra cui il pericolo di reiterazione dei reati. Se libero, potrebbe colpire di nuovo. Eutizia, accusato di omicidio plurimo, ha infatti detto di aver confessato i delitti per liberarsi la coscienza, ma anche per “essere aiutato” a non continuare ad uccidere altri anziani. L’udienza si è tenuta nel carcere sammaritano, dove Eutizia è rinchiuso da giovedì scorso, alla presenza dei suoi avvocati Gennaro Romano e Antonio Daniele.
Il badante ha confermato i decessi di Luigi Di Marzio, 88enne morto a Casoria, in provincia di Napoli, a dicembre 2023, e Gerardo Chintemi, 96enne morto a Vibonati, in provincia di Salerno, nel marzo di quest’anno, e di altri due anziani deceduti circa dieci anni fa a Latina. Tutti gli anziani erano assistiti da lui e ai quali avrebbe somministrato dosi quintuplicate di farmaci allo scopo di “porre fine alle loro sofferenze“. Eutizia è senza fissa dimora e privo di un luogo nel quale essere trasferito alternativo al carcere.
All’udienza i legali lo hanno dovuto portare a braccio. Il 47enne inoltre è in precarie condizioni di salute, malato oncologico e diabetico, e i suoi difensori stanno lavorando per chiedere il suo trasferimento in una struttura adeguata e in grado di garantirgli le cure necessarie. Sarebbero già diverse le associazioni di volontariato della zona che hanno manifestato la loro disponibilità per accoglierlo. Nel frattempo proseguono le indagini dei carabinieri cominciate giovedì scorso, quando Eutizia ha chiamato i militari per confessare gli omicidi.
“Se dovesse venirmi in mente qualche altro altro particolare lo rivelerò subito alla Procura“, ha detto l’uomo oggi al gip, che è chiamato ora a decidere se disporre il carcere per l’indagato o metterlo ai domiciliari in qualche struttura che lo possa curare e seguire maggiormente rispetto a quanto avviene in carcere. Il giudice ha disposto anche il passaggio alla Procura della Repubblica di Latina per competenza territoriale per il prosieguo delle indagini. I legali di Eutizia, Antonio Daniele e Gennaro Romano, valuteranno se ricorrere al Tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione del loro assistito, ma non accolgono negativamente la decisione del Gip di tenerlo in carcere.
“Siamo soddisfatti di questo primo risultato – hanno detto gli avvocati – essendo venute meno le esigenze a giustificazione del fermo. L’indagato, nonostante sia particolarmente provato dalle vicende narrate e dalla situazione invalidante di cui è portatore, si è affidato totalmente al lavoro degli inquirenti, di cui ha la massima fiducia. Sono fatti gravi che meritano i necessari e dovuti approfondimenti. È chiaro che siamo ancora in una fase embrionale del procedimento e pertanto aspettiamo i tempi per i necessari esiti investigativi“.
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