Dopo decenni di immobilismo e grazie solo ai grandi eventi previsti, la Giunta capitolina attuale ha dato il via all’opera di ammodernamento più grande mai vista negli ultimi tempi a Roma
Chi ha avuto la sventurata idea di provare a percorrere la Capitale in automobile attraversandola da nord a sud si sarà reso conto immediatamente di che girone dantesco sia diventato il traffico di Roma. Un caos da cui è impossibile districarsi e che coinvolge praticamente tutti i quartieri della città. Sono infatti 1322 i cantieri aperti negli ultimi mesi che, nelle intenzioni del sindaco Gualtieri, daranno finalmente un volto nuovo a Roma.
Il Giubileo del 2025, la linea C della metropolitana con le sue nuove fermate proprio nel cuore della città, l‘Expo del 2030, il Giubileo straordinario per il bimillenario della redenzione di Gesù nel 2033. La cantierizzazione della città dovrebbe essere propedeutica per farsi trovare pronta a questi appuntamenti di portata mondiale, ma per i quali il cittadino sta pagando un prezzo altissimo in stress, tempo perso e difficoltà varie.
“Tutte le strade portano a Roma”, recita un vecchio adagio popolare, ma nessuno ci racconterà mai che queste strade in questo momento sono completamente intasate di traffico. Le opere del Giubileo, la metro C, l’Expo del 2030, i lavori legati al Pnrr, il “cantiere Roma” tra modifiche alle viabilità, deviazioni delle linee bus e alla circolazione dei pedoni e, soprattutto, traffico da bollino rosso per gli automobilisti nelle ore di punta, rappresenta il prezzo da pagare all’atavico immobilismo che questa città ha avuto nel corso degli ultimi decenni e che attende sempre un grande evento per avviare opere, migliorie, sistemazioni che altrimenti non verrebbero mai realizzate. “Roma è un grande cantiere a cielo aperto con 1322 cantieri pubblici. Una scelta che ha suscitato polemiche, perché molti cantieri hanno un impatto sul traffico e la qualità della vita, ma è una scelta che rivendico.
“Senza cantieri non ci sono disagi, ma non c’è neanche futuro“, ha detto il sindaco Gualtieri rivendicando fortemente la scelta del disagio attuale per trovare una città migliore domani. La viabilità ordinaria, come il rifacimento della pavimentazione, di migliaia di chilometri di strade, la viabilità straordinaria, come il sottopasso che dovrà pedonalizzare la zona tra Castel sant’Angelo e San Pietro. I trasporti, con la realizzazioni delle stazioni della metropolitana più importanti della nuova linea C, tra tutte quella di Piazza Venezia, la ristrutturazione delle porte d’ingresso per il turismo come il piazzale antistante la Stazione Termini. Questi sono soltanto alcuni esempi, i più grandi e impegnativi dal punto di vista ingegneristico, dei 1322 cantieri che in contemporanea sono aperti a Roma. Un vero e proprio cantiere a cielo aperto.
Il romano è rassegnato, sa come (non) funzionano le cose nella sua città. Dopo decenni di immobilismo totale ora tutto insieme, anche perchè i grandi eventi, da sempre motore della trasformazione di questa città, arrivano a distanza ravvicinata. “Se lo scorso anno la parola era ripartite, quest’anno è trasformare. La profonda trasformazione impostata nel primo anno è entrata nella fase realizzativa. Un disegno imponente con visione decennale e ambizione di cambiare in modo profondo e tangibile Roma“, ha detto il sindaco presentando il “Rapporto alla città 2023” nei giorni scorsi, con “l’ambizione è cambiare in modo profondo Roma”. Ma i mille e passa cantieri aperti in città hanno finito per devastare il traffico già pesantemente compromesso da sempre, un prezzo da pagare altissimo per l’intera cittadinanza in attesa dei frutti da qui a forse dieci anni. “Senza cantieri non ci sono disagi ma non c’è futuro”, ha detto il sindaco Roberto Gualtieri, ma il tassista, il ferrotranviere, lo studente, il lavoratore, l’operaio forse non la pensano proprio così, perchè con questo presente da affrontare in mezzo al traffico non sappiamo mica come ci arriveremo a questo futuro.
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