Il Caso Diciotti, la Corte Suprema condanna lo Stato al risarcimento. Meloni critica la decisione.
Era l’estate del 2018 quando la nave della Guardia Costiera italiana Diciotti, con a bordo 177 migranti soccorsi nel Mediterraneo, rimase bloccata per giorni nel porto di Catania. Il governo dell’epoca, guidato dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, impose il divieto di sbarco, alimentando un duro scontro politico e giuridico.

L’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, giustificò la scelta con la necessità di una gestione più rigida dell’immigrazione, mentre l’Unione Europea e le organizzazioni per i diritti umani denunciarono una grave violazione del diritto internazionale. Dopo lunghe trattative, i migranti furono infine autorizzati a scendere, ma la vicenda segnò uno dei momenti più tesi della politica migratoria italiana.
Caso Diciotti, ora il governo dovrà risarcire i migranti: lo decide la Cassazione
A distanza di anni, il caso Diciotti torna a far discutere: la Corte di Cassazione ha stabilito che il governo dovrà risarcire i migranti a cui fu vietato lo sbarco. Secondo la sentenza, la decisione di bloccare la nave nel porto costituì una violazione dei diritti fondamentali delle persone a bordo, rendendo necessario un indennizzo.

La pronuncia ha riacceso il dibattito politico. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha commentato con fermezza la decisione della Cassazione, sostenendo che “non avvicina i cittadini” e riaprendo la discussione sulle politiche migratorie dell’Italia.
Il caso Diciotti, che cinque anni fa segnò una svolta nell’approccio governativo alla gestione dei flussi migratori, continua dunque a lasciare il segno, sollevando interrogativi su responsabilità, diritti e strategie future.