Il caso Ramy: il video della bodycam che riaccende il dibattito

Il nuovo video subito dopo l’incidente di Ramy è stato mostrato nella trasmissione “Dritto e Rovescio”. I carabinieri richiedono subito intervento ambulanza

Un’inchiesta aperta e una città che si interroga: cosa è davvero successo quella notte al quartiere Corvetto, quando Ramy Elgaml, 19 anni, ha perso la vita? Nuove immagini, trasmesse da Dritto e Rovescio su Rete4, gettano luce sui momenti immediatamente successivi all’incidente che ha segnato il tragico epilogo di un inseguimento da parte dei carabinieri.

Screenshot del video
Il caso Ramy: il video della bodycam che riaccende il dibattito (Ansa Foto) – Cityrumors.it

Il video, registrato dalla bodycam di uno dei militari, racconta con crudezza quei minuti drammatici. Ramy giace sull’asfalto, privo di sensi, mentre il suo amico Fares Bouzidi, 22 anni, accusa un trauma evidente, sia fisico che emotivo. “Stai giù, stai giù, l’ambulanza è in arrivo“, si sente dire da uno dei carabinieri, intento a soccorrere i due giovani. Nel frattempo, la richiesta di intervento medico parte senza esitazione: passano solo 57 secondi prima che venga allertato il 118.

La fuga era iniziata dopo che i due ragazzi, entrambi di origine egiziana, non si erano fermati a un posto di blocco. Uno scooter in corsa nella notte milanese, un inseguimento che attraversa le strade del Corvetto e si conclude in tragedia.

Fares, alla guida, sopravvive, ma accusa: “Ci hanno fatto cadere“. Un’accusa respinta dai carabinieri, che ribadiscono come lo schianto sia stato autonomo. “Non avevo la patente, per questo non mi sono fermato“, avrebbe ammesso il ragazzo ai soccorritori.

La tragedia Ramy e l’intervento di Piantedosi

Le immagini mostrano anche il momento in cui i militari si confrontano con i familiari di Fares, giunti in ospedale. “Non c’era una macchina davanti, solo la nostra che inseguiva“, chiarisce un carabiniere alla sorella del giovane. “Non è un videogioco: se scappi, rischi”, aggiunge, con un tono misto di rassegnazione e severità. Poco dopo, la notizia della morte di Ramy arriva come un macigno.

Sul caso è intervenuto anche il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, invitando a non semplificare il dibattito: “L’inseguimento è una modalità operativa prevista e, in certi casi, necessaria. Tuttavia, il primo passo per evitare tragedie è fermarsi all’alt“.

Corteo per Ramy
La tragedia Ramy e l’intervento di Piantedosi (Ansa Foto) – Cityrumors.it

Le immagini, crude e senza filtri, riaprono il dibattito sulle modalità degli inseguimenti e sui limiti delle forze dell’ordine in situazioni di rischio. Se da un lato emerge l’impegno immediato dei carabinieri per soccorrere i ragazzi, dall’altro restano domande aperte sulla gestione complessiva dell’operazione.

Ora la parola passa all’autorità giudiziaria, ma la vicenda lascia il segno. Ramy, un giovane con tutta la vita davanti, è diventato un simbolo di una notte in cui tutto è andato storto.

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