I dati sulle violenze sessuali sono in grande aumento. Il Parlamento ha studiato una nuova legge, che prevede sanzioni per chi assiste alle violenze e non interviene
“Non è possibile pensare che qualcuno si giri dall’altra parte quando vede episodi di violenza. E’ arrivato il momento di cambiare rotta”. Il parlamento è pronto a lanciare la propria battaglia contro un fenomeno in grande crescita: i casi di persone che, di fronte ad un’aggressione, preferiscono voltarsi, piuttosto che aiutare gli aggrediti, sono in costante aumento e le autorità non hanno nessuna intenzione di fare finta di nulla.
Molti di questi episodi poi, sono arrivati nel culmine di aggressioni a carattere sessuale. Le molestie si sono infatti ripetute nei luoghi più disparati: sui mezzi pubblici, nei luoghi affollati, anche all’interno di centri commerciali. E nella stragrande maggioranza dei casi, nonostante gli episodi siano accaduti in pieno giorno e di fronte a testimoni, poche persone si sono sentite in dovere di intervenire per difendere le vittime.
Il lungo elenco di casi di questo tipo, ha portato le autorità nazionali ad intervenire, per mettere un freno alle violenze e sensibilizzare la popolazione su questi episodi. L’obiettivo è combattere le molestie sessuali su metropolitane, tram o autobus (luoghi dove si sono registrati i numeri più alti) sensibilizzando tutti gli utenti, in modo che gli astanti intervengano in caso di incidente. “Dobbiamo sbarazzarci della cultura del distogliere lo sguardo”. Parole che hanno colpito nel segno e che hanno regalato alla popolazione una spinta maggiore per contrastare episodi di questo tipo.
Quattro donne su dieci portano armi di difesa sui mezzi pubblici
In Belgio, nel corso dell’ultimo anno, sono aumentati in modo clamoroso, i numeri delle molestie. Quattro donne su dieci a Bruxelles hanno ufficializzato di portare con loro spray urticanti o armi di autodifesa sui mezzi pubblici, in quanto spaventate da ciò che sta accadendo: secondo un recente sondaggio dell’organizzazione no-profit Touche Pas à Ma Pote, oltre il 60% delle donne belga hanno confermato di aver ricevuto molestie e aggressioni, sui mezzi pubblici. Una statistica utilizzata dalla deputata di Bruxelles Leila Agic (PS), che è stata la promotrice della legge sulle violenze sessuali che, sui mezzi pubblici, “sono purtroppo un disturbo dilagante”. Secondo la relatrice parlamentare e divulgatrice della legge, “si va da sguardi invadenti, commenti dispregiativi, gesti osceni e abusi verbali e fisici. Per strada, mentre si va a scuola o al lavoro, aspettando l’autobus o nei treni affollati della metropolitana”, ha riassunto venerdì al parlamento di Bruxelles.
Lei stessa racconta di essere stata al centro di un’aggressione sessuale per la prima volta nello spazio pubblico quando aveva appena 12 anni, mentre andava a scuola. “Esperienze di questo tipo te le porti dietro per tutta la vita. Sono in grado di rovinarti l’adolescenza e di segnarti per sempre”. La risoluzione che ha presentato insieme ad altri sei parlamentari, invita i cittadini a non voltarsi dall’altra parte in caso di incidente, ma a intervenire. Chi farà finta di nulla e non interverrà per aiutare le donne che subiscono violenze, rischia di essere punito. Un particolare sul quale però, non tutti i parlamentari l’hanno seguita. “E’ chiaro che voltarsi dall’altra parte quando ci si imbatte in violenze, non è una cosa edificante, ma a volte reagire potrebbe anche essere pericoloso. L’aggressore potrebbe reagire e continuare la violenza anche sulla persona che è intervenuta”, ha detto il co-firmatario della legge Fouad Ahidar (Team Fouad Ahidar).
“Ma se riuscissimo a sbarazzarci dell’indifferenza generale, siamo già un passo avanti”, sostengono i firmatari. L’iniziatrice Lotte Stoops (Groen) fa riferimento ai risultati ottenuti in altre città: dopo le campagne su come i cittadini possono intervenire in modo sicuro, si scopre che lo fanno tre volte più spettatori di prima. Agic: “Dobbiamo sbarazzarci della cultura del silenzio. È tempo che Bruxelles diventi una città in cui ogni donna possa muoversi liberamente senza paura, senza guardarsi indietro e senza chiavi in mano”.
I cinque punti della nuova legge
La nuova legge fa riferimento a cinque punti chiave: che prevedono i consigli su come i testimoni possono intervenire. E’lo stesso governo ad aver elencato i punti chiave che potrebbero consentire alla popolazione di aiutare in caso di aggressione:
− coinvolgere gli altri: reagire in gruppo è meno pericoloso che parlare con loro da soli
− parlare con le persone coinvolte
− creare distrazione: questo dà alla vittima una migliore possibilità di fuggire
− isolare: allontanare la vittima dalla situazione
− rimanere presenti: non abbandonare la vittima
L’elenco è stato stipulato insieme alle forze dell’ordine. Le autorità cittadine hanno poi aggiunto un nuovo consiglio: tenere sempre a portata di mano un telefono cellulare, che possa consentire di riprendere ciò che accade. In questo modo risulta molto più facile riuscire a concludere l’arresto del colpevole ed avere una prova diretta dell’aggressione, da utilizzare in un eventuale processo. Il problema è persistente. Recenti campagne come Join The FAM (studiata nei mesi scorsi e che tendeva a sensibilizzare l’opinione pubblica con regole basilari) non sembrano aver portato a risultati tangibili. La co-firmataria Margaux De Ré (Ecolo)ha dichiarato di aver fatto parte in passato di un movimento femminista, nominato Reclaim the Night, molto attivo alla fine degli anni ’70 in Inghilterra.