Il Pontefice vuole affacciarsi alla Basilica vaticana intorno a mezzogiorno e salutare le persone, la sua omelia letta dal Cardinale Re
Non è un giorno come un altro. E non è un momento come un altro per Papa Francesco che dopo essere stato male e tanti giorni in ospedale, adesso non fa che cercare di farsi vedere e far vedere che sta bene e lanciare messaggi di pace, sempre e comunque, anche se non si sente benissimo ed è stanco. Lui si vuole far vedere per rendere il suo messaggio e le sue parole ancora più forti.

Il Pontefice non demorde mai, tanto che in un periodo così complicato per lui e soprattutto perché è il giorno della Pasqua, desidera tanto essere presente all’urbi et orbi del 20 aprile subito dopo alla fine della messa di Pasqua a San Pietro, ma non è scontato anche perché bisognerà vedere e attendere per vedere come sta e se la sua salute lo permetterà.
Ma Papa Francesco non vorrà perderselo per nessun motivo e in qualche modo, chiedendo ai suoi collaboratori una mano speciale, cercherà di esserci. E quanto accaduto oggi 19 aprile ne è la dimostrazione visto che si è recato a sorpresa nella basilica vaticana. E ha chiesto che la sua omelia e le sue parole venissero lette dal Cardinale Re.
“Dobbiamo portare la speranza al mondo”
Papa Francesco pensa a quello che succede in Ucraina, nonostante la tregua promessa da Putin, a quello che succede ogni giorno a Gaza e non ce la fa più a chiedere di smettere di fare le guerre e uccidere persone innocenti. “Diventare costruttori di speranza per il mondo“, la sua esortazione letta nell’omelia preparata per la Veglia Pasquale da Cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, dove ha sottolineato il dolore per le tante persone che stanno soffrendo in questo momento per le guerre in giro per il mondo.
“A ciascuno e a tutti portiamo la speranza della Pasqua, per tutti i poveri e gli oppressi della Terra; per le donne umiliate e uccise; per i bambini mai nati e per quelli maltrattati; per le vittime della guerra“, le parole del Pontefice che ricorda come “tutta la nostra vita può essere presenza di speranza, per coloro ai quali manca la fede“.

Il Papa non s’arrende e spiega come la gente deve sentire “il peso della morte dentro il nostro cuore, quando vediamo le ombre del male continuare la loro marcia rumorosa sul mondo, quando sentiamo bruciare nella nostra carne e nella nostra società le ferite dell’egoismo o della violenza, non perdiamoci d’animo, ritorniamo all’annuncio di questa notte“. Dio “non ci lascerà vacillare e non permetterà che il male abbia l’ultima parola”