Caffè bollente, risarcimento rovente: 50 milioni per un “incidente” da Starbucks. Una causa che adesso rischia di fare giurisprudenza
Quando si dice “iniziare la giornata con una botta di vita”… Ecco, per Michael Garcia, fattorino californiano, la botta è stata letteralmente rovente. Un tè bollente di Starbucks, versatosi provvidenzialmente sul suo grembo durante un drive-through, gli è costato ustioni gravi e un risarcimento da 50 milioni di dollari.

Una cifra che, diciamolo, fa passare in secondo piano anche il più gustoso dei frappuccini della nota catena.
L’incidente, avvenuto nel lontano 2020, ha richiesto a Garcia innesti di pelle e altre poco “piacevoli” procedure sui genitali. Immaginiamo il dolore, l’imbarazzo, e soprattutto, la difficoltà nel trovare una posizione comoda sul proprio letto nei momenti di maggiore dolore.
Ma la giuria della contea di Los Angeles ha dimostrato di avere un cuore grande, o forse solo una profonda avversione per le bevande calde mal sigillate, e ha deciso di premiare Garcia con un risarcimento che farebbe invidia a Paperon de’ Paperoni.
Maxi risarcimento per un tè da Starbucks
Starbucks, dal canto suo, si è dichiarata “solidale” con Garcia, ma ha annunciato l’intenzione di fare ricorso. D’altronde, 50 milioni di dollari sono una bella sommetta, anche per il colosso del caffè. Chissà, magari proveranno a convincere la giuria che il tè era a temperatura ambiente, o che Garcia si è versato addosso la bevanda di proposito per ottenere un risarcimento.
Non è la prima volta che un ristorante americano finisce in tribunale per ustioni da bevande calde. Il caso più famoso risale agli anni ’90, quando una donna si scottò con un caffè di McDonald’s e ottenne un risarcimento di quasi 3 milioni di dollari. Certo, 50 milioni sono un’altra storia, ma si sa, i tempi cambiano, e anche le ustioni diventano più “preziose”.

Insomma, una storia che ci insegna due cose: la prima, a fare attenzione alle bevande calde nei drive-through. La seconda, non sottovalutare il potere di una giuria affamata di risarcimenti milionari.
E chissà, magari la prossima volta che vi scottate con un caffè (una procedura molto frequente quando si prende una bevanda da Starbucks), potreste pensare di fare causa. Dopotutto, tentar non nuoce, e potreste ritrovarvi con un conto in banca più “caldo” del vostro caffè.