Nelle scorse ore la Thailandia ha confermato il primo caso di vaiolo delle scimmie (Mpox) sul suo territorio.
La malattia Monkeypox ha colpito un viaggiatore europeo di 66 anni proveniente dall’Africa. È stato quindi individuato proprio il ceppo africano, il Clade Ib, responsabile anche dell’attuale epidemia in Africa. La persona infetta è stata messa in quarantena in ospedale. “Stiamo monitorando 43 persone – hanno fatto sapere dal governo thailandese – che sono state a stretto contatto con il paziente. Finora, non hanno mostrato alcun sintomo, ma dobbiamo continuare il monitoraggio per 21 giorni”. È allerta massima in diversi Paesi africani tra cui Repubblica Democratica del Congo (RdC), Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda.
Una situazione che ha spinto il 14 agosto scorso l’Organizzazione Mondiale alla Sanità (Oms) a dichiarare l’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale (Pheic). Il 19 agosto, invece, si è tenuta la prima riunione del comitato di emergenza. Nei primi sei mesi del 2024 sono stati registrati 1854 casi confermati nella sola Africa, di cui il 95% in Congo. Qui ci sono stati anche 500 decessi. Superato già il numero di casi osservati in tutto il 2023. Il 15 agosto il virus è arrivato in Europa ed in Svezia in particolare, dove si è registrato un caso sempre del sottotipo Clade Ib.
Il Burundi ha registrato 171 casi positivi confermati, 137 dei quali ancora attivi. Emergenza anche in Sudamerica. In Ecuador è però presente il ceppo Clade IIb. Il Ministero della Salute pubblica di Quito ha riferito che sta studiando due casi sospetti di vaiolo delle scimmie e ha affermato che finora quest’anno ne ha trattati sei. Il ceppo Clade Ib causerebbe la morte in circa il 3,6% dei casi, con i bambini più a rischio. È anche più trasmissibile.
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha lanciato un appello a raccogliere 18,5 milioni di dollari per sostenere gli sforzi di prevenzione, controllo e risposta all’infezione, in particolare per le popolazioni migranti e sfollate. “La diffusione del virus Mpox nell’Africa orientale, nel Corno d’Africa e nell’Africa meridionale – hanno fatto sapere dall’Organizzazione – motivo di seria preoccupazione, in particolare per i migranti vulnerabili, le popolazioni altamente mobili e le comunità sfollate, spesso trascurate in tali crisi. Dobbiamo agire rapidamente”.
Nel nostro Paese si è mosso già il Ministero della Salute con una circolare di aggiornamento sulla malattia Mpox. La Direzione Sanità della Regione Piemonte ha diramato una serie di raccomandazioni per la sensibilizzazione di medici e operatori sanitari sui possibili casi di vaiolo delle scimmie associati ai viaggi.
Il nuovo ceppo virale ha spinto l’Oms a dare anche il via alla procedura Eul (Emergency Use Listing), invitando i produttori di vaccini contro la malattia Mpox a presentare una manifestazione di interesse per l’inserimento nell’elenco per uso in caso di emergenza. La procedura Eul è un processo di autorizzazione sviluppato specificamente per accelerare la disponibilità di prodotti medici non autorizzati come i vaccini, necessari in situazioni di emergenza sanitaria pubblica. Si tratta di una sorta di autorizzazione limitata nel tempo, basata su un approccio rischio-beneficio.
I sintomi più comuni sono eruzione cutanea e lesioni delle mucose che possono durare dalle 2 alle 4 settimane, accompagnate da febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, scarsa energia e linfonodi ingrossati. Il virus Mpox può essere trasmesso agli esseri umani attraverso il contatto fisico con soggetti infetti, con materiali contaminati o con animali infetti. Il virus del vaiolo delle scimmie è stato scoperto in Danimarca nel 1958 in scimmie tenute per la ricerca.
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