Paolo Del Debbio, finito al centro di una polemica con il presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, si difende dalle accuse in un’intervista a ‘La Stampa’.
Paolo Del Debbio non ci sta e va al contrattacco. Il giornalista, finito al centro di una polemica con il presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, in un’intervista a La Stampa replica in modo duro alle accuse.
“Se in Italia c’è odio non è sicuramente una trasmissione ad alimentarlo – il pensiero del giornalista – semmai le croci sulle case, le stelle di David, quello è l’antisemitismo presente nel nostro Paese. La mia linea in tutto questo è molto semplice: Hamas è una organizzazione terroristica di stampo islamico. Questo non significa che i musulmani sono terroristi, ma quelli vicino al leader palestinese sì anche per autodichiarazione“.
“Alcuni Imam difendono Hamas”
Del Debbio sottolinea anche di aver invitato in trasmissioni “molti Imam. Alcuni di questi hanno detto con chiarezza che Hamas è un’organizzazione terroristica, altri che è di resistenza. Molti, invece, sono stati vaghi in questo punto. Allora possiamo discutere che il governo Netanyahu abbia commesso degli errori, ma se non mi vieni a dire che l’azione del 7 ottobre è stata terrorismo allora qualche dubbio mi viene“.
Il conduttore non chiude le porte ad una presenza del presidente della comunità nel suo programma: “Gli stenderei il tappeto violaceo, come quello delle moschee. Però sappia una cosa: prima di tutto gli domanderei se l’azione di Hamas è terroristica di stampo islamico oppure no. Possiamo parlare praticamente di tutto, ma a questo quesito mi deve dare una risposta“.
“Io sono a posto con la coscienza”
Del Debbio in questa intervista ribadisce di essere “a posto con la coscienza, ma ci sono Imam che sono ignoranti allo stato puro. A quelli che dicono che si fomenta l’odi, gli consiglio di andare a controllare le versioni di alcuni Imam alla Barriera di Milano, a Torino, Pisa o Roma o ancora quello che viene detto fuori dalle moschee quando si parla di ebrei o di donne”