La situazione relativa il reperimento dei farmaci non migliora in Italia. Il momento è piuttosto grave: quali sono i principi mancanti, le ragioni e come risolvere
La sanità italiana non sta attraversando un periodo semplice, ormai da qualche anno, ma ad aggravare la situazione c’è anche la questione del reperimento di molti farmaci, ormai introvabili sul mercato del nostro Paese.
Non è un nuovo caso o una bomba appena esplosa, anzi: va avanti di fatto dall’autunno del 2022, momento in cui qualcosa è cambiato. I problemi sono nella catena delle forniture e sono causati da diversi fattori: la guerra, la mancanza di determinate materie prime e, talvolta, anche la cattiva comunicazione. Sta di fatto che molti pazienti vanno in farmacia e si sentono dire che il prodotto, per loro essenziale, non è disponibile, e in molti casi non lo sarà neanche in futuro.
Il problema riguarda proprio tutti, senza distinzioni di classe o portafogli. Pensate che anche Fedez è finito in questa spirale e l’ha denunciato via social: il noto rapper aveva bisogno degli enzimi pancreatici, visto che dopo l’intervento di rimozione del tumore neuroendocrino, una pancreasectomia quasi totale, gli servono per assimilare il cibo e, di fatto, nutrirsi correttamente. Ma non li ha trovati, e allora ha contattato direttamente il ministero della Salute, che ha fatto presente all’influencer che “la situazione è nota e indipendente dalle attività regolatorie di Aifa“, e riguarda soprattutto, in questo caso, il farmaco Creon. In realtà, non è l’unico prodotto impossibile da reperire, purtroppo.
Sì, perché non sono solo gli enzimi pancreatici a essere diventati introvabili, anzi. Già nel 2022, si parlava di circa tremila farmaci (quasi) impossibili da reperire. L’Aifa pubblica un aggiornamento periodico – l’ultimo è di fine gennaio, molto recente – per comunicare quali siano i principi temporaneamente non disponibili, “perché l’AIC (responsabile legale dell’autorizzazione e della commercializzazione del medicinale) non può garantirne una fornitura continua“.
Ci sono problemi con l’Accofil, ad esempio – fondamentale in infezioni come Hiv o per i pazienti leucemici per stimolare la produzione di globuli bianchi -, con l’Edevixin e lo Zinnat, un antibiotico. Pensate che fin dal 2022, ci sono problemi anche con l’approvvigionamento di farmaci piuttosto comuni, come il Plasil o il Nurofen. Ma come comportarsi per non nuocere alla propria salute e risolvere il problema?
Il primo tentativo è ricorrere a farmaci equivalenti o alternativi. Spesso, ce ne sono tanti e non vengono presi in considerazione, un po’ per cattiva informazione, un po’ perché non si conoscono. Nel caso degli alternativi, si può chiedere direttamente la prescrizione al proprio medico e farsi guidare nella scelta. Se entrambi i tentativi andassero a vuoto, è importante sapere che le aziende sanitarie possono comunque fare richiesta di importazione dall’estero, e risolvere almeno i casi più gravi. Insomma, contattare il Ministero, in questo caso, serve a poco e soprattutto segnalare una situazione scomoda, ma nota da tempo: basta coordinarsi con il medico da cui si è in cura e cercare di tamponare il problema. Sperando che non duri per sempre.
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