La vicenda degli ultras di Milan e Inter continua a tenere banco. Il procuratore antimafia a ‘Il Giornale’: “Il calcio è a rischio infiltrazione”
È un’inchiesta nata diverse settimane fa e venuta alla luce solo dopo le perquisizioni e gli arresti delle scorse ore. L’indagine sugli ultras di Milan e Inter porta sulle pagine dei giornali (e non solo) un mondo che ha diversi punti sconosciuti. Gli approfondimenti della Procura hanno permesso di scoprire come i leader delle curve delle due squadre meneghine gestivano interamente gli affari di San Siro.
Ma non solo. Le intercettazioni hanno svelato anche contatti, in particolare in casa Inter, con il tecnico Simone Inzaghi e con la società per avere biglietti in più e altre questioni. Un vero e proprio mondo nascosto e che piano piano sta uscendo fuori. E Melillo, il procuratore antimafia, in un’intervista a Il Giornale spiega come questa inchiesta serve per aprire gli occhi sulla realtà e capire come l’intero mondo del calcio è a rischio infiltrazioni.
L’inchiesta porta alla luce come il mondo del calcio è ormai cambiato. Dalle intercettazioni si nota che i capi delle curve sono interessati davvero poco al risultato del campo, ma hanno come principale obiettivo quello di portare avanti il proprio business e guadagnare il più possibile.
Una idea confermata anche dallo stesso Melillo: “La passione calcistica è ormai irrilevante. L’indagine nota come ai capi della curva il calcio e il risultato interessi davvero poco. Loro hanno come principale obiettivo quello di portare avanti il proprio business e ottenere il massimo del profitto“. Contemporaneamente, però, il procuratore antimafia vuole precisare che non tutti gli ultras sono criminali, ma esiste comunque una componente massiccia che porta all’interno degli stadi del terrore a cui siamo assuefatti.
L’inchiesta è naturalmente partita da poco e sono ancora diversi i punti da chiarire. Sulla vicenda sono stati accesi anche i fari della giustizia sportiva. La Procura della FIGC ha chiesto il fascicolo per cercare di capire meglio l’accaduto e solo dopo deciderà se muoversi oppure no.
La certezza è rappresentata dal fatto che non ci saranno penalizzazioni. Non è da escludere, però, che si possa decidere di procedere con la chiusura delle curve o con altre misure che hanno come obiettivo quello di bonificare i club. Naturalmente al momento è solo una ipotesi. La strada è lunga e si avrà un quadro chiaro solamente nelle prossime settimane.
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