Indi Gregory, termina nel peggiore dei modi la vicenda che ha commosso il nostro Paese e non solo: la piccola è morta nel cuore della notte
Uno degli angeli più belli è volato in cielo nel cuore della notte. Si è chiusa, nel peggiore dei modi, la vicenda riguardante Indi Gregory. Ovvero la piccola di otto mesi che aveva una grave malattia (patologia mitocondriale) che riusciva a tenerla in vita solamente grazie all’uso di macchinari. Purtroppo, nel cuore della notte, sono state staccate le spine che la facevano vivere. Alle 01:45 la drammatica notizia che mai avremmo voluto darvi e che, a dire il vero, facciamo anche fatica a diramare.
A comunicarlo all’agenzia di stampa “La Presse” il padre Dean che, insieme alla compagna, hanno lottato in tutti i modi per fare cambiare idea ai giudici della Corte inglese. Purtroppo non c’è stato verso. Indi è morta. “Alle ore 01:45 la mia vita è finita“. Queste sono state le sue affermazioni. “Io e mia moglie Claire siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna. Il servizio sanitario e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma anche la dignità di morire nella sua casa. Sono riusciti a prendere il corpo e la dignità di Indi, ma non potranno mai prendere la sua anima“.
Il padre ha aggiunto: “Sapevo che era speciale dal giorno in cui è nata, hanno cercato di sbarazzarsi di lei senza che nessuno lo sapesse ma io e Clare ci siamo assicurati che sarebbe stata ricordata per sempre. Ci vergogniamo di una ‘modernità’ che, per ‘pietà’, sopprime i deboli e indifesi. Perdonaci Indi. Anche nel tuo nome continueremo a batterci per contrastare questa folle deriva eutanasica. Aiutaci dal Cielo“.
Come riportato in precedenza ed in altre occasioni anche il nostro Paese si era fatto avanti. Il 6 novembre, infatti, il governo Giorgia Meloni aveva concesso anche la cittadinanza italiana, per fare in modo di farla trasferire e curare in Italia. L’ospedale ‘Bambin Gesù’ di Roma si era disposto volontario a curarla. Purtroppo non c’è stato verso. Una lunga battaglia legale, terminata il venerdì 10 novembre, in cui le corti del Regno Unito avevano disposto lo stop ai trattamenti che la tenevano in vita.
Per i medici del Queen’s Medical Centre di Nottingham e per i giudici britannici la malattia era terminale. Successivamente il trasferimento in un hospice (sotto scorta). Prima le è stata interrotta la ventilazione assistita e poi è stata agganciata a strumenti alternativi. Di conseguenza le sono stati dati dei farmaci palliativi per alleviarne le sofferenze. Fino a quando non è arrivata la drammatica notizia che lascia tutti noi sconvolti. Anche noi della redazione di ‘Cityrumors‘ ci stringiamo attorno al dolore della famiglia.
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