Un’annata semplicemente strepitosa, da campioni del mondo sia nel tennis maschile che in quello femminile, per un movimento che sembra addirittura in grande ascesa
Come Sinner ha messo dentro l’ultima “prima” di servizio che regalava la vittoria sull’olandese Griekspoor in due set, sigillando la terza Coppa Davis della storia, seconda consecutiva, calava il sipario su una stagione che avremmo voluto infinita, perchè l’Italtennis sia al maschile che al femminile, non voleva saperne di smettere di vincere partite su partite, tornei su tornei. La Coppa Davis maschile e la versione femminile chiamata questa volta Billy Jean King Cup, vinte nello stesso anno, è impresa mai riuscito a nessuno nella storia del tennis mondiali. Né agli Stati Uniti, né all’Australia, né a nessun altro, in die settimane pazzesche invece la nazionale azzurra ha ribaltato il mondo.
Un movimento in crescita trascinata da un fenomeno assoluto come Jannik Sinner che, in un anno mostruoso si è preso il mondo e per come ha saputo mantenere altissimo il suo livello di gioco, non sarà facile per nessuno anche soltanto provare a scalfire questa sua posizione, ha gettato le basi per mostrare i muscoli negli anni a venire, così come, la piccola di statura, ma gigantesca per classe e tenacia, Jasmine Paolini, ha saputo traghettare il tennis femminile dalla generazione della Pennetta, della Vinci e della Schiavone a quella 2.0 di questo new deal, trascinandosi dietro la Bronzetti, la Cocciaretto, Trevisan e un indomita e infinita Sara Errani.
C’era una volta una squadra azzurra di tennis che, quasi 50 anni fa alzava al cielo la prima storica “insalatiera d’argento” a Santiago del Cile, una generazione di fenomeni di tecnica e di personalità che uno straordinario docu-film ha saputo raccontare mirabilmente in questi mesi. Panatta, Bertolucci, Barazzutti e Zugarelli era la filastrocca di questi quattro moschettieri mandata a memoria da generazioni di appassionati che per anni aspettavano un giocatori in grado di rinverdirne i fasti, accontentandosi però di alcuni carneadi, bravissimi tennisti, ma nessuno anche lontanamente in grado di raggiungere i risultati ottenuti da quegli eroi.
Sono stati anni davvero difficili, dove un quarto di finale raggiunto in un torneo veniva salutato come un successo straordinario, dove entrare nei primi trenta al mondo della classifica Atp significava aver trovato un nuovo fenomeno. Ma lo sport va a cicli, lo sappiamo bene e finalmente e lo sport più praticato dagli italiani, dopo il calcio, oggi è entrato in una nuova età dell’oro. Sinner, Berrettini, Musetti, Arnaldi, Sonego, Bolelli, Vavassori, sono la nuova squadra, quella in grado, non soltanto dopo 48 anni di riportare la Coppa Davis in Italia, ma di bissarne il successo 12 mesi dopo. Una follia soltanto provare a pensarlo. Sinner tra gli uomini e la Paolini tra le donne, sono gli alfieri di un movimento che sta emozionando, che sta regalando gioie impensabili. Campioni del mondo al maschile e al femminile. Mai successo prima nella storia del nostro tennis!
E’ stato un anno d’oro, forse irripetibile per il tennis italiano. Il 2024 si chiude con 24 titoli nei tornei Atp e Wta, tra singoli, doppi, doppi misti e nazionali. L’apoteosi si è raggiunta proprio all’ultimo atto, con la conquista della Billie Jean King Cup da parte dell’Italia femminile e con il secondo successo consecutivo in Coppa Davis maschile. A Malaga sono arrivati i trionfi di squadra a suggellare così le clamorose annate di Jannik Sinner e Jasmine Paolini, mai così in alto nelle rispettive classifiche, a cui si sono uniti i risultati olimpici di Musetti, bronzo nel singolare maschile e quello della Errani in coppia proprio con Paolini, medaglie d’oro olimpiche.
Ma come dimenticare le finali slam perse dalla stessa Jasmine a Parigi in singolare e in doppio sempore con la Errani o quelle del doppio maschile Bolelli e Vavassori in Australia e in Francia. E poi tanti altri tornei dove Musetti, Berrettini, Sonego hanno lasciato indelebile il marchio azzurro di un movimento in crescita irresistibile. I primi storici trionfi nei tornei del Grande Slam in Australia e negli Strati Uniti, impreziosiscono per forza di cose il forziere azzurro, ma i Master 1000 della Paolini valgono altrettanto. L’impressione e che siamo soltanto all’inizio di questa pazzesca avventura e che addirittura il meglio debba ancora venire con la crescita impetuosa anche di qualche altro campione proprio sulla scia di Sinner e della Paolini e quindi quella appena conclusa potrebbe addirittura non essere soltanto una stagione tutta d’ora, ma l’inizio di une vera e propria era dorata.
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