Nella notte c’è stato un “attacco limitato”. Tajani: “Tutti gli italiani stanno ben”. L’attacco ha un forte valore simbolico. Ecco perchè è stato scagliato oggi
“L’attacco israeliano contro l’Iran è un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Con queste semplici parole, pubblicate su Twitter, Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici, commenta l’attacco israeliano all’Iran. Un attacco significativo, arrivato in risposta a quello di Teheran della scorsa settimana e dal forte valore simbolico.
L’attacco israeliano è arrivato infatti nel giorno del compleanno della Guida Suprema iraniana Khamenei, nato il 19 aprile del 1939. Lo stanno facendo notare diversi analisti sui social. Alcuni profili israeliani stanno scrivendo beffardamente: ‘Buon compleanno, Khamenei’. Ad essere stata colpita è una base militare nell’area di Isfahan. L’esercito iraniano ha risposto all’attacco, arrivato tramite i droni. La tensione, a livello internazionale, è rimasta alta. I funzionari degli Stati Uniti hanno rifiutato di commentare , ma le reti radiotelevisive americane, citando funzionari statunitensi , hanno affermato che l’attacco è stato condotto da Israele. Il New York Times ha citato funzionari israeliani anonimi che hanno rivendicato l’attacco.
La televisione di Stato ha riferito che le batterie di difesa aerea hanno sparato in diverse province a causa di segnalazioni di droni in volo. In particolare, l’IRNA ha detto che le difese aeree hanno sparato contro un’importante base aerea a Isfahan, che da tempo ospita la flotta iraniana di F-14 Tomcat di fabbricazione americana, acquistati prima della Rivoluzione islamica del 1979. Anche le agenzie di stampa semiufficiali Fars e Tasnim hanno riferito di esplosioni, senza indicarne la causa. La televisione di Stato ha riconosciuto un “forte rumore” nella zona. Tasnim ha poi pubblicato un video di uno dei suoi reporter, che ha detto di trovarsi nella zona sud-orientale di Zerdenjan, vicino alla “montagna dell’energia nucleare” di Isfahan. Il filmato mostrava due diverse postazioni di cannoni antiaerei e i dettagli del video corrispondevano alle caratteristiche note del sito dell’impianto di conversione dell’uranio iraniano a Isfahan. “Alle 4:45 abbiamo sentito degli spari”. E’ stato ribadito che tutti i siti nucleari sono “in totale sicurezza”.
L’attacco, sarebbe “un segnale all’Iran che Israele ha la capacità di colpire all’interno del Paese”, come confermato da fonti israeliane, ascoltate da alcuni quotidiani internazionali. “Moscio”. Itamar Ben Gvir, ministro israeliano della Sicurezza nazionale e leader di destra radicale, ha definito su X l’attacco di Israele all’Iran.
I timori maggiori sono concentrati nella zona di Isfahan che ospita strutture del programma nucleare iraniano, compreso il sito sotterraneo di arricchimento di Natanz. Diverse agenzie di stampa iraniane, poco dopo l’inizio dell’attacco israeliano, hanno riferito che gli impianti nucleari nei pressi della zona presa di mira non erano stati colpiti. L’impianto di Isfahan gestisce tre piccoli reattori di ricerca forniti dalla Cina, oltre a gestire la produzione di combustibile e altre attività per il programma nucleare civile iraniano. Isfahan ospita anche siti associati al programma nucleare iraniano, tra cui il sito sotterraneo di arricchimento di Natanz, che è stato ripetutamente preso di mira da sospetti attacchi di sabotaggio israeliani. La televisione di Stato ha descritto tutti i siti atomici dell’area come “completamente sicuri”. Il programma nucleare iraniano è rapidamente progredito fino a produrre uranio arricchito a livelli quasi da armamento, dopo il collasso del suo accordo atomico con le potenze mondiali. L’Iran ha sempre confermato che il suo programma è stato studiato per scopi pacifici: le nazioni occidentali e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica affermano che Teheran ha gestito un programma segreto di armi militari fino al 2003. L’AIEA ha avvertito che l’Iran detiene ora abbastanza uranio arricchito per costruire diverse armi nucleari.
Dall’Italia il messaggio che diamo al G7 e a tutti, a cominciare dall’Europa, “è l’invito alla prudenza al fine di evitare una escalation nell’area” mediorientale, ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a RaiNews. “Questo lo sforzo complessivo diplomatico che stiamo facendo. Non c’è solo il conflitto a Gaza – aggiunge – ma anche questa situazione in Iran e una situazione molto delicata nel Mar Rosso dove noi dobbiamo proteggere assolutamente il traffico mercantile e garantire all’Italia di poter esportare i propri prodotti in sicurezza”. “Lavoriamo per far sì che la tensione possa calare – prosegue – Uno sforzo diplomatico difficile con l’obiettivo di due popoli e due Stati”. Tajani ha confermato di “aver parlato con la nostra ambasciatrice in Iran e sto seguendo sviluppi situazione a seguito esplosioni notturne a Isfahan. Ne parleremo con i ministri degli Esteri nella sessione del G7 di Capri di stamani. Al momento nessuna criticità per gli italiani che vivono in Iran. Ho appena parlato con la nostra ambasciatrice in Iran e sto seguendo gli sviluppi della situazione a seguito delle esplosioni notturne a Isfahan. Ne parleremo con i Ministri degli Esteri nella sessione del G7 di Capri di stamani. Al momento nessuna criticità per gli italiani che vivono in Iran”.
Parole alle quali si sono aggiunte quelle del ministro della Difesa Crosetto: “Ricevo costanti aggiornamenti e seguo gli sviluppi della situazione in Medio Oriente. Con gli alleati e partner stiamo lavorando per scongiurare un’ulteriore escalation, invitare le parti alla moderazione affinché non si arrivi ad un punto di non ritorno”.
Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin aveva parlato ieri con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant delle “minacce regionali e delle azioni destabilizzanti dell’Iran in Medioriente”. E’ quanto riferito dai media statunitensi, che citano un rapporto del Pentagono, secondo il quale la chiamata è avvenuta prima che Israele effettuasse l’attacco all’Iran. I due avrebbero anche discusso “dell’importanza di aumentare e sostenere il flusso di aiuti umanitari ai civili di Gaza, anche attraverso la nuova rotta dal porto di Ashdod in Israele”.
Preavvisando gli Usa dell’imminente attacco in Iran, Israele ha assicurato Washington che non avrebbe colpito i siti nucleari. Lo riferiscono dirigenti Usa citati dal Guardian. Dalla Casa Bianca non è stata fatta nessuna nota ufficiale. Un dirigente americano si è limitato a confermare che gli Usa erano stati avvisati in anticipo del raid, senza avallarlo. “Non siamo rimasti sorpresi”. Un’altra fonte statunitense ha dichiarato che “Noi non abbiamo approvato la risposta israeliana”.
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