Il Paese africano è tartassato dalle piogge, sale a 45 il numero di morti, inquietante quello degli sfollati: Croce Rossa al lavoro
Il Kenya sta vivendo delle giornate complicatissime. Le continue inondazioni che stanno devastando la Nazione africana, distruggendo i centri abitati e mettendo a repentaglio la sopravvivenza del popolo. Stando ai numeri riferiti dalla Croce Rossa, attualmente il numero dei morti ha toccato quota 45 persone. Sono centinaia di migliaia, invece, gli sfollati che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione. Una situazione particolarmente critica è quella di Nairobi. La Capitale è completamente inondata dall’acqua che, in alcuni punti, sarebbe arrivata perfino all’altezza della vita. A fare il punto in un comunicato stampa, in tal senso, è stata Lærke Uhrenholt Jensen, delegata dell’organizzazione di volontariato nel Paese e addetta a catastrofi di questo tipo:
“In questo momento il centro cittadino è allagato più volte alla settimana e anche i quartieri che, normalmente non sono propensi ad allagamenti, vengono colpiti“. Un contesto, dunque, drastico e che rischia di peggiorare di giorno in giorno. Il bilancio continua ad aggravarsi, non lasciando presagire nulla di buono, quanto meno a breve termine. Nel frattempo, dalla Croce Rossa arrivano quotidianamente ulteriori aggiornamenti. Sono centinaia gli inviati sul campo per fornire appoggi e aiuti umanitari alle vittime di questi drammatici eventi naturali.
Il pericolo del fiume Tana
Secondo quanto riferiscono dal posto, per quanto riguarda Nairobi le persone attualmente in strada sono 58.000, ma il rischio è che presto si possa salire intorno alle 70.000. Cresce anche il dato generale della Nazione, dove siamo intorno al mezzo milioni di abitanti che hanno visto inondarsi le proprie abitazioni. Questo caos, fanno sapere dall’organizzazione umanitaria, sarebbe dovuto alle costanti piogge che da settimane stanno tartassando il Kenya e che non sembrano intenzionate a placarsi. A tal riguardo il timore è soprattutto sulle condizioni del fiume Tana, il più grande del Paese e collocato nella zona meridionale. Una sua esondazione comporterebbe danni ancor più critici.
Su quest’argomento si è espressa ancora una volta l’esperta crocerossina Lærke Uhrenholt Jensen: “Le zone attorno al fiume Tana sono state colpite duramente dalle inondazioni autunnali. Molti vivono ancora in campi temporanei e non si sono ancora ripresi dagli anni passati. Le conseguenze sarebbero enormi se il fiume dovesse straripare nuovamente, cosa che stiamo già vedendo accadere in alcuni luoghi. Esiste un grande rischio che si verifichino epidemie di malattie trasmesse dall’acqua e che agricoltori e pescatori perdano i loro mezzi di sostentamento“. Insomma, il timore è altissimo e le sensazioni tutt’altro che positive. La speranza è che presto tutto ciò possa vedere la parola fine, per dare di nuovo respiro alla popolazione.