King of Rome o Saint John, la metro di Roma in inglese tra risate e polemiche [VIDEO]

Il sito Metropolitanadiroma.it per rendere più agevole le informazioni per i turisti ha avuto l’idea di “inglesizzare” le fermate delle varie stazioni. “Era solo una sperimentazione”

Un video e delle immagini che stanno facendo il giro del web. Partono da Roma, ma sono arrivate in giro per tutta l’Europa e qualcosa di più, forse, anche perché se ne parla in qualche modo fuori dall’Italia e per prenderci un po’ in giro. Già perché se la fermata della metropolitana che si chiama Re di Roma diventa King of Rome, oppure San Giovanni che è Saint John, per non parlare di Eur Fermi trasformata in Eur Stop, la cosa fa ridere tanto, soprattutto per la traduzione, spesso fin troppo letterale. Insomma, una metropolitana di Roma riveduta e corretta per i turisti stranieri, con un video che sta facendo il giro del web e che sta spopolando.

La polemica
Alcune immagini del sito che propone le fermate della metro di Roma in inglese (foto Cityrumors.it)

 

Ci sono le mappe e le fermate delle linee A, B e C tutte scritte e tradotte in inglese. E così alcune di queste, come anche ad esempio Ponte Mammolo che diventa un esilarante Mammolo Bridge, mentre Giardinetti, una zona vicino al quartiere di Boccea, si trasforma in Gardenias. Un effetto che ha fatto ridere parecchio, ma anche suscitato tante polemiche perché nel web ad essere trascinati sono il Comune di Roma e l’Atac, l’azienda che si occupa dei trasporti nella capitale.

Il video della spiegazione in romano è comico e virale

 

Ma entrambe, il Comune di Roma e l’Atac, non c’entrano nulla e il sito, romametropolitana.it non può essere associato in alcun modo né al Comune né all’Atac. Il video è stato fatto come una sorta di sperimentazione e alla fine si rivela poco più di uno scherzo, ma non si sa come va in rete e diventa virale, con commenti di ogni genere e polemiche a non finire. Ci si poteva fare una risata, visto che nulla di tutto questo è ufficiale, ma alla fine è scattata la baruffa.

Essendo succeso una specie di pandemonio sull’argomento, perfino Atac si è vista costretta a pubblicare sul suo profilo Instagram la scritta “Fake”. E anche il sito che ha studiato questa cosa, che doveva restare interna, alla fine ha dovuto uscire allo scoperto specificando: “Questo non è un sito Atac, non è un sito del Comune. Abbiamo contattato gli admin del sito per invitarli a evitare di veicolare informazioni sbagliate”.

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