La Chiesa risponde alla guerra con la preghiera: domenica il Rosario per la Pace a Santa Maria Maggiore

La diocesi di Roma ha invitato tutti i fedeli a partecipare al Rosario per la Pace in Terra Santa: appuntamento domenica 15 ottobre a Santa Maria Maggiore

“La guerra è una sconfitta: ogni guerra è una sconfitta! Preghiamo perché ci sia pace in Israele e in Palestina! Possano essere ascoltate dai responsabili israeliani e palestinesi, parole di pace e di diplomazia. Preghiamo per il bene di questi due popoli e perché le armi tacciano subito. Basta sofferenza”. Con queste parole Papa Francesco, nel corso dell’Angelus, ha lanciato il suo messaggio di pace dopo gli attacchi a Gaza degli ultimi giorni.

La Diocesi di Roma ha organizzato il Rosario per la Pace a Santa Maria Maggiore – Cityrumors.it

La Chiesa guarda con apprensione all’evoluzione del conflitto e non ha intenzione di restare a guardare. La prima risposta è affidata alla preghiera. La diocesi di Roma ha invitato tutti i fedeli a partecipare al Rosario per la pace in Terra Santa che si terrà domenica 15 ottobre alle ore 21, sul sagrato della basilica di Santa Maria Maggiore. La preghiera  sarà presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis. L’immagine della Beata Vergine Maria Salus Populi Romani sarà posta sul sagrato e si chiederà la sua intercessione per la pace in Terra Santa e nel mondo intero.

Il Rosario per la Pace, viene pregato tutte le sere, dal 7 ottobre scorso (giorno dell’attacco di Hamas) nell’unica parrocchia Cristiana presente sulla Striscia di Gaza. Il parroco, padre Romanelli, sta cercando di coinvolgere tutti i parrocchiani nella preghiera. “I fedeli si radunano in chiesa per la Messa e poi davanti al Santissimo pregano il Rosario. Per i bambini abbiamo pensato ad un piccolo oratorio, con la speranza di donare qualche momento di serenità in una situazione che si profila sempre più drammatica”.

Appuntamento a Santa Maria Maggiore per il Rosario per la Pace

Il dramma in Terra Santa: le testimonianze

La piccola comunità Cristiana, che si trova a vivere in prima persona il dramma della Guerra, è composta da poco più di 100 fedeli battezzati, su oltre due milioni di abitanti islamici. Padre Romanelli, racconta il dramma vissuto dai suoi parrocchiani: “Nella parrocchia sono accolte circa 15 famiglie, molte rimaste senza casa. Le autorità militari continuano a mandare messaggi per invitare i gazawi ad abbandonare alcuni quartieri che potrebbero essere bombardati. Un messaggio è stato inviato anche al patriarcato latino per avvisare di un possibile attacco alla zona di Rimal, dove si trova anche l’università islamica. Gli attacchi israeliani hanno colpito anche le vicinanze della scuola del Patriarcato latino tenuta dalle suore del Rosario, che grazie a Dio, non ha registrato ingenti danni, ma solo vetrate rotte. Israele invita la popolazione a sgomberare, ma mi chiedo dove dovrebbe andare tutta questa gente se è circondata da muri e se i quartieri sono già tutti stracolmi di abitanti”.

Il sacerdote è attualmente bloccato a Betlemme:Ora tutte le strade sono chiuse e per questo sono ancora bloccato a Betlemme. La situazione peggiora ora dopo ora. La paura ha preso il sopravvento anche perché molti abitanti hanno ricevuto messaggi dall’Esercito israeliano che avvisano di attacchi imminenti. I bombardamenti sono proseguiti, duri, durante la notte. Nonostante l’abitudine alla guerra dei gazawi, la sensazione diffusa è che solo un miracolo – che tutti invocano – potrà evitare una guerra che sarà lunga e cruenta”. 

 

 

 

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