“Sì, è vero. Sempre più giovani si rivolgono ai chirurghi plastici e ai medici estetici“.Come si approccia ai pazienti giovanissimi che arrivano da lei?
“Dipende dalla fascia di età. Giovanissimi sono anche i ragazzi 18-25 anni che decidono di risolvere una problematica estetica che hanno vissuto male nel tempo. Si rivolgono al chirurgo ad esempio, per un intervento di rinoplastica per adiposità localizzate sul corpo, oppure per mammelle troppo piccole o troppo grandi. Per quanto riguarda i pazienti minorenni, io richiedo la presenza dei genitori durante il colloquio, ed è fondamentale chiarire che non tutti i trattamenti possono essere eseguiti. Nel caso degli interventi chirurgici si aspetta sempre la maggiore età, a meno che non parliamo di orecchie ad ansa più conosciute sol temine “a ventola”: in questo caso l’intervento è concesso anche prima dei 18 anni. Nella medicina estetica le procedure dermo-infiltrative, come il rinofiller – che è il più richiesto dai giovanissimi – quando i genitori sono consenzienti e c’è una reale problematica, talvolta i pazienti vengono trattati. Ma parliamo di età non inferiore ai 16 anni e di rarissimi casi”.
Cos’è il rinofiller?
“Sono infiltrazioni di acido ialuronico sul naso. Fondamentale è la selezione del paziente per evitare risultati poco gradevoli esteticamente. La procedura permette di correggere le irregolarità del dorso del naso, rendendo quest’ultimo dritto fino a mimare il risultato ottenibile con un intervento chirurgico“.
I pazienti giovanissimi lo fanno semplicemente per stare meglio con se stessi o per “moda”?
“Il confine è molto sottile. Una persona che si rivolge a un chirurgo plastico o a un medico estetico, vive una problematica. Sia perché i compagni di scuola gliela fanno vivere sia perché a volte non ci si sente esteticamente all’altezza di qualcuno o di qualcosa. Lo abbiamo provato un po’ tutti sulla nostra pelle. Le sfaccettature sono davvero tante. Questo è il motivo per cui credo che non tutti i pazienti così giovani possano fare trattamenti di medicina estetica. Bisogna selezionarli accuratamente e non può essere la via più semplice da perseguire: questo è un messaggio che dovrebbero dare di più i genitori che non i medici. L’errore che spesso si compie è che pur di accontentare i figli, si permette loro di fare qualsiasi cosa“.
“Succede spessissimo. Sia con pazienti molto giovani che con pazienti più grandi di età che fanno richieste talvolta esagerate. A volte i pazienti hanno delle percezioni “isteriche” del loro aspetto. Il ruolo del professionista dovrebbe essere quello di guidarli verso la scelta migliore“.Qualche volta le è capitato di consigliare un percorso psicologico?
“Il fatto che una persona decida di sottoporsi a un intervento chirurgico è una decisione intima e personale che sottintende un disagio spesso nella percezione e nell’accetazione del proprio corpo o del proprio viso. Non è mio compito quello di consigliare uno psicologo. Non avrebbe senso”.
Secondo lei i social media hanno influito sull’approccio all’estetica?
“Sì, hanno influito molto. Dai social nasce la ricerca della perfezione grazie anche all’uso dei filtri che cambiano la forma delle labbra, il colore della pelle, la linearità della mandibola. Insomma trasformano completamente un soggetto. Questo mette in discussione la propria immagine reale ogni giorno quando ci guardiamo allo specchio e vediamo quello che siamo realmente. Senza veli e finzioni. Dai social nascono anche tendenze dermo- infiltrative”.
Ad esempio?
“Ad esempio molti influencer parlano delle procedure infiltrative. Ci sono esempi di giovani donne in voga che si rifanno le labbra e consigliano un intervento di acido ialuronico per la correzione dei volumi della bocca, o il trattamento del rinofiller oppure il baby botox, che nell’ultimo periodo ha fatto parlare tanto. Si tratta di procedure che in qualche modo vengono dettate dagli influencer dell’estetica attraverso i social media. Anche perché una ragazzina di 16 anni, 18 anni, non ne saprebbe nulla, se non grazie all’informazione che arriva da queste piattaforme“.
Questo fenomeno interessa di più gli uomini o le donne?
“Oggi non c’è una grossa distinzione tra i due. Se prima nei nostri salotti di attesa arrivavano donne, oggi tanti uomini si rivolgono al chirurgo plastico o al medico estetico. Tra i giovanissimi poi, c’è una tendenza incredibile alla bellezza, un appiattimento sotto questo aspetto: donne e uomini si curano alla stessa maniera“.
Qual è il limite che lei consiglia di non oltrepassare alle persone che si rivolgono a lei?
“È molto complicato. Io non amo le esagerazioni. Non mi piace tutto ciò che può sembrare “fake”. Non apprezzo quando mi vengono richieste bocche troppo grandi, seni esagerati, glutei esasperati: tutto quello che va oltre una proporzione anatomica e una bellezza semplice. Quindi provo sempre a correggere il passo dei pazienti quando le richieste diventano esagerate“.