Si svolti in forma privata i funerali di Giulia, la ragazza che si pensa sia stata uccisa da un pitbull, ma le indagini creano sospetti anche sul padre
Una notizia drammatica che ha sconvolto la città di Acerra. Una bambina di nove mesi uccisa dal cane di famiglia, mentre dormiva sul letto, al fianco del padre. Afferrata come fosse un peluche e morta pochi minuti dopo, mentre l’ambulanza la trasportava d’urgenza in ospedale. Questa, per lo meno, è la notizia che è circolata negli scorsi giorni.
Dei primi sospetti a dire il vero si erano già creati quando i medici hanno chiesto al padre cosa fosse successo. Il ragazzo, di appena 25 anni, ha titubato e inizialmente non ha accennato al proprio cane, forse perché timoroso delle conseguenze.
Il suo pitbull Tyson, non microchippato, era già stato d’altronde protagonista di episodi simili. Di recente, raccontano i vicini di casa, si era scagliato contro un altro cane accompagnato dal dog sitter senza alcuna ragione.
Sarebbe stato lui a spezzare il collo della bambina, stretta tra le potenti mascelle di un animale che ora, insieme all’altra cagnolina di piccola taglia (lei con microchip) Laika, sono stati affidati dalla Asl veterinaria a un canile di Frattaminore in attesa di esami approfonditi sulle loro feci.
Nel frattempo lo scorso martedì è stata svolta l’autopsia sul corpo della bambina presso il policlinico di Napoli. Il risultato è stato messo agli atti dalla Procura di Nola. Il giorno stesso si sono svolte le esequie, anticipate di due ore e svoltesi in forma privata nel Duomo della città, lo stesso dove lo scorso dicembre la figlia appena nata era stata battezzata.
Per quanto riguarda le indagini, queste andranno avanti ancora a lungo. Vincenzo Loffredo, il padre della piccola Giulia, resta indagato a piede libero per omicidio colposo. Nei numerosi interrogatori è rimasto coerente con la sua versione dei fatti: la moglie era a lavoro, lui aveva messo a dormire la piccola e si era addormentato insieme a lei, prima di trovarla in un lago di sangue.
Le ricerche svolte sui due animali, però, alimentano i sospetti. Nella loro bocca non è stato trovato alcun segno del DNA di Giulia. Ma non solo. Quando è stata svolta la perquisizione all’interno della casa tutte le tracce erano sparite. Nessun lago di sangue, nessun segno, nessuna prova.
A complicare ancora di più la situazione sono altri dettagli. I capelli e il pigiama della bambina erano troppo puliti, rispetto al lago di sangue in cui sarebbe stata trovata. Vincenzo l’avrebbe cambiata prima di portarla in ospedale? Perché? E perché era positivo all’hashish in quel momento? Tante domande che per ora non hanno risposta, ma che rendono questa storia sempre più complicata.
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