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La nuova app di appuntamenti: “Creata per flirtare come facevano i nostri genitori”

Due giovani hanno lanciato una nuova app per conoscersi: “Basta con Tinder, con le chat e le foto. Ora tutto tornerà come si faceva una volta”

Una volta c’erano le lettere d’amore, gli incontri segreti e le telefonate che duravano ore, magari dall’interno delle cabine telefoniche per avere un pò di privacy. Poi si è passati alle app di appuntamenti e alle chat: Tinder, whatsapp, e tutti i social  hanno preso il sopravvento, portando ragazzi e ragazze di ogni età a trasformare i loro appuntamenti. A trovare un nuovo modo per cercare di conoscere nuove persone e creare rapporti duratori. Oggi, due giovani, hanno deciso di creare un nuovo modo per far approcciare le persone, studiando una sorta di via di mezzo tra il romanticismo di una volta e la comunicazione moderna.

Creata un app per conoscersi e instaurare nuovi rapporti – Cityrumors.it

E’ stata creata un app che proverà a rivoluzionare il modo di conoscersi e frequentarsi. Cercando di unire lo spirito di una volta e le innovazioni di oggi. Fino a qualche anno fa, (prima di Tinder), ci si incontrava fisicamente: le relazioni iniziavano  con uno sguardo in un bar o un sorriso in un vagone della metropolitana. Tutte usanze che stanno diventando sempre meno comuni, soprattutto tra i giovani. Questa è la conclusione a cui sono giunti all’età di 21 anni due studenti spagnoli di Business Administration, Arturo Vacas e Martín Zulueta, dopo essersi resi conto che sia loro che i loro amici, quando piacevano a qualcuno, avevano difficoltà a fare il passo di iniziare una conversazione di persona.

Come riuscire a far conoscere due persone che sono interessate l’uno all’altra, evitando di farli flirtare sulle nuove applicazioni o attraverso dei cataloghi online? Da questa idea nasce la nuova applicazione, che è stata definita come l’esatto opposto di un’app di appuntamenti. I due fondatori hanno deciso di lanciarla in modo ufficiale, nominandola Closer. “Ho molti amici, anche io, che non hanno mai usato app di appuntamenti. Ma questo è tutto il contrario, un modo per materializzare una vera connessione che hai fatto per strada e allontanarti dalla superficialità di una foto o di un ritocco. L’amore è per strada, i tuoi genitori si sono incontrati per strada“, afferma Joaquín González, direttore creativo dell’app. La sua partner di progetto, Inés Velasco, che si occupa di comunicazione, afferma che i giovani hanno una percezione “negativa” delle app di appuntamenti convenzionali: “Vengono utilizzate per cose brevi, ma pochissime persone conoscono davvero i loro partner”.

Le differenze con le altre app di appuntamenti: i messaggi e le risposte

Su questa app non esistono match, non c’è ‘super like’, non c’è boost o un catalogo di fotografie in cui uomini e donne stanno sempre benissimo, ma che molto spesso non rappresentano la verità. In questa nuova app, tutto è molto organico, spiegano i due realizzatori: se una persona si trova in classe, al supermercato o su un aereo e vede qualcuno che le piace, può entrare nella sua piattaforma e inviare loro una richiesta di contatto (a patto che siano anche utenti dell’app). La richiesta si chiama Wink -wink. La persona che la riceve può decidere di accettarla o meno. Nel primo caso i due possono iniziare a chattare, nel secondo caso, la cotta verrà dimenticata.

Il funzionamento dell’app e il modo in cui è possibile chattare con nuove persone – Cityrumors.it

Hanno deciso di realizzarla in questo modo per evitare l’imbarazzo di ricevere una notifica, quando si è faccia a faccia con la persona interessata. “Se mi vergogno di venire a parlare con te o a chiederti il telefono, sarebbe altrettanto imbarazzante se sul tuo telefono apparisse un mio messaggio o una mia foto di fronte a me”, spiega Arturo Vacas, uno dei fondatori del progetto. Uno dei due ha spiegato che, prima di progettare l’app, hanno lanciato un sondaggio sulle loro reti e il 99% dei partecipanti ha affermato che è stato complicato per loro fare il primo passo e parlare di persona con qualcuno che avevano appena visto. Inoltre, molti, per attirare l’attenzione, hanno messo in atto tattiche “arcaiche”, come scattare di nascosto fotografie della persona in questione per condividerle in rete e cercare di localizzarla in seguito. O peggio: scatta una foto del tuo numero di telefono e inviala via Bluetooth a tutti i contatti che si trovavano nelle vicinanze nella speranza che uno di quelli che l’ha ricevuta fosse la persona che ti piaceva e ti scrivesse.

“Come facevano i nostri genitori: non esisteva la paura di essere rifiutati”

Il team che ha messo a punto l’app Closer, per provare a creare nuove conoscenze – Cityrumors.it

“I nostri genitori non avevano altra scelta per flirtare. Non c’era paura del rifiuto”. Ma perché è così difficile per le nuove generazioni flirtare alla vecchia maniera? “I nostri genitori non avevano scelta. Non vivevano legati a un cellulare, non c’era paura del rifiuto, non c’era timidezza, non c’era vergogna. Non togliamo il telefono. Il mio fratellino, ad esempio, dubito che si avvicinerà mai a una ragazza per chiederle il telefono perché ha un altro modo di fare le cose”, dice Vacas. Il direttore creativo del progetto insiste su questa idea: “Ci piace dire che Closer è come conoscerti di nuovo come hanno fatto i tuoi genitori o i tuoi nonni“. Questo giovane sottolinea che hanno anche rilevato che molte coppie che si sono incontrate sulle app di appuntamenti non osano dire l’origine della loro relazione perché ci sono ancora molti stigmi su questo modo di flirtare. “Molte persone devono inventarsi di essersi conosciute tramite amici comuni. Qui ti incontravi in metropolitana o in un bar e usavi l’app per vedere chi era quella ragazza con la giacca di pelle di fronte a te e ti piaceva“, dice. Per creare un account, devi solo inserire tre informazioni, a differenza di altre piattaforme: il tuo nome, una foto e il tuo orientamento sessuale. Con 4.000 download in sole 24 ore, l’obiettivo di questi giovani è che il maggior numero possibile di persone lo scarichi per avere una grande banca di utenti e che queste cotte virtuali possano materializzarsi.

Paolo Colantoni

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