Nonostante gli inglesi comprino più panettoni che i popolari Christmas pudding nei paesi anglosassoni, il food editor del quotidiano londinese ha criticato la scelta
Avevamo sentito davvero di tutto, ma adesso trovare anche qualcuno che “ammazza” il classico panettone è davvero troppo. Tony Turnbull, food editor del Times, ha scritto un articolo in cui sostiene che è “troppo dolce, molto spesso pesante ed eccessivamente cotto, è buono solo quando, in prossimità della data di scadenza ad aprile, ci si fa un gigantesco pudding aggiungendoci il burro”. E allora la domanda sorge spontanea: ma che panettone ha assaggiato il giornalista?
L’articolo è nato dalla lettura dei dati relativi alle vendite del dolce più buono del Natale della catena di supermercati Waitrose. Quest’anno le vendite del panettone nel Regno Unito sono aumentate del 24 per cento, nel concreto per ogni 3 panettoni comprati, i clienti inglesi hanno preso un solo pudding natalizio. Turnbull, evidentemente grande amante del pudding, non ha gradito la statistica, mettendola anche in discussione, perché sostiene non tenga conto di chi prepara il pudding in casa.
La querelle contro il panettone
Il sospetto è che il giornalista, oltre ad aver consumato un panettone dopo circa tre mesi dalla sua preparazione, deve averne assaggiato uno di scarsa produzione industriale, probabilmente è per questa ragione che si è accanito in questo articolo, diventando decisamente troppo parziale, prendendo quindi ad esempio solo panettoni industriali, come quello al caramello salato di Selfridges o la versione salata con il maiale di Waitrose. Turnbull infatti continua la sua critica sostenendo che il panettone sia la classica “patata bollente” da sbolognare a qualcuno: “Aperitivo assieme? Prendi un panettone. Regalo per un collega? Prendi un panettone. Un ringraziamento alla dog-sitter? Prendi un panettone. È come una grande partita di ‘pass-the-parcel’ in cui l’obiettivo è quello di non rimanere con il pacco in mano alla vigilia di Natale”.
La risposta italiana
Monica Germani, nutrizionista e dietista, spiega che “va considerato che la quantità di grassi saturi nel panettone (circa 7/9 grammi), pur non essendo poca perché c’è il burro, è inferiore a quella che si trova nel pudding e in genere nell’alimentazione anglosassone. Noi, infatti, privilegiamo l’olio di oliva che ha grassi polinsaturi, mentre usiamo meno burro, olio di cocco, colza o simili, che invece sono ricchi di grassi saturi, che andrebbero evitati. E’ chiaro che il parametro da tenere in forte considerazione è la quantità. Inoltre non dimentichiamo che la ricetta tradizionale del pudding prevede di per sé dai 300 ai 500 grammi di mollica di pane: se si sostituisce con il panettone l’apporto calorico diventa ancora maggiore. Comunque di tutta questa storia rimane il fatto che è inopportuno criticare qualsiasi dolce della tradizione di un paese, soprattutto quando si parla di “un’opera di pasticceria che richiede studio ed esperienza”, come spiegato da Iginio Massari, incoronato miglior al mondo nel 2019 dal World Pastry Stars.