Nelle scorse ore le forze di difesa aerea russe hanno distrutto 45 droni ucraini, di cui undici nei cieli sopra la regione di Mosca.
“La difesa a strati di Mosca contro i droni nemici che è stata creata ci ha permesso di respingere con successo tutti gli attacchi”. A parlare è il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin, che ha parlato di uno dei più grandi tentativi di attaccare Mosca con i droni di sempre. L’Ucraina non si era mai spinta sino alla capitale russa dall’inizio dell’invasione ordinata dal Cremlino nel febbraio 2022. Gli attacchi seguono quanto sta accadendo nella regione del Kursk dal 6 agosto scorso, quando l’Ucraina ha cominciato un’incursione sul territorio russo ancora in corso.
A maggio la Russia aveva dichiarato di aver abbattuto un drone fuori dalla capitale. Kiev ha però ripetutamente preso di mira impianti petroliferi e di gas in Russia, alcuni a centinaia di chilometri dai suoi confini. Domenica scorsa i droni ucraini hanno attaccato un impianto di stoccaggio del petrolio nella regione meridionale russa di Rostov, innescando un vasto incendio. La notte scorsa altri 23 droni sono stati intercettati nella regione di Brjansk, 6 in quella di Belgorod, 3 nella regione di Kaluga e 2 nel Kursk.
Da due settimane, insomma, la Russia sta affrontando un’offensiva transfrontaliera da Kiev, mentre le truppe russe continuano la loro avanzata nell’Ucraina orientale. Poche ore fa poi le app di messaggistica Telegram e Whatsapp, nonché diversi servizi informatici, sono andati in blackout a causa di un attacco informatico. Il centro di monitoraggio e controllo della rete pubblica di comunicazione avrebbe comunque respinto l’attacco.
I servizi di intelligence di Mosca per l’estero (Svr) da giorni stanno puntando il dito contro l’Europa e gli Stati Uniti per l’incursione nel Kursk. Alla sua preparazione avrebbero partecipato servizi speciali degli Stati Uniti, del Regno Unito e della Polonia. Inoltre consiglieri militari di Paesi Nato starebbero fornendo assistenza nella gestione delle unità ucraine che partecipano all’operazione. Inoltre nelle scorse ore era emerso il coinvolgimento della Forward Observation Group, una compagnia paramilitare privata statunitense, che sarebbe impegnata sul campo.
Dmitry Medvedev: “Niente colloqui di pace fino alla sconfitta di Kiev”
“Tutto è andato a posto dopo che i neonazisti hanno compiuto un atto di terrorismo contro la regione di Kursk. – ha detto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev – Le chiacchiere sulla pace meravigliosa fatte da mediatori non autorizzati sono finite. Ora tutti capiscono, anche se nessuno lo dice pubblicamente, che non ci saranno colloqui finché il nemico non sarà completamente sconfitto”. Secondo i servizi medici russi, almeno 31 civili sono stati uccisi nell’attacco ucraino, mentre i feriti sono 143 dall’inizio dell’offensiva lanciata il 6 agosto.
Kiev avrebbe preso il controllo di 93 località e di oltre 1.200 chilometri quadrati di territorio nella regione del Kursk. L’obiettivo, come dichiarato dal presidente Volodymyr Zelensky, è realizzare una zona cuscinetto per prevenire gli attacchi al territorio ucraino dalle zone di confine russe. Le autorità elettorali russe, intanto, hanno rinviato il voto locale in sette Comuni della regione russa di Kursk, previsto per l’inizio di settembre. Mosca è anche al lavoro per permettere la visita del segretariato dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica e del capo dell’organizzazione Rafael Grossi presso la centrale nucleare del Kursk.