Una disabilità fin dalla nascita, superata grazie all’aiuto della fondazione: l’emozionante storia di Nicola e la sua importanza nella sensibilizzazione
Un mondo che non si può né vedere, né sentire. Una vita resa complicata da una natura fin troppo severa che priva di quelle bellezze che lei stessa è capace di offrire, ma che, allo steso tempo, offre l’alternativa di poter credere in uno spiraglio su cui poter credere per andare oltre un limite che all’apparenza sembrerebbe invalicabile.
È la vita quotidiana delle persone sordocieche e con pluridisabilità psicosensoriali. Una vita di tenebre e ombre, alla quale anche solo il pensiero di dovercisi abituare sembra una ingiusta soluzione, una beffarda conseguenza dalla quale si potrebbe sfuggire seguendo un’alternativa che permette di fare piccoli passi avanti e uscir fuori da una condizione difficile.
L’esempio lo si può trovare nella storia di Paola e di suoi figlio Nicola, un bimbo di 6 anni ipovedente fin dal suo primo giorno di vita e affetto da una disabilità motoria e ha difficoltà nel linguaggio. Sempre sorridente e con gli occhiali di un blu acceso che gli colorano il volto.
La vita ha deciso di metterlo di fronte alle difficoltà quotidiane di chi non può vedere e non può sentire, costringendolo fin da piccolo a reagire con la forza di chi deve superare queste difficoltà per andare avanti nel quotidianità di tutti i giorni.
«I medici ci hanno detto di non ascoltare cosa hanno da dirci le persone sulla salute del nostro bambino, perché la forza di volontà va ben oltre la malattia. E Nicola ne è un esempio perché ha fatto dei passi da gigante, riuscendo a vedere e a parlare meglio”. Queste sono le parole di Paola ai microfoni di Leggo.
Una madre che si è sacrificata per regalare al suo piccolo Nicola una vita bella e fruttuosa e che ha scelto nella Lega del Filo D’oro la fondazione giusta per aiutarlo. Aveva circa 4 anni quando ha intrapreso il percorso che gli ha permesso di fare enormi passi in avanti.
La terapia alla quale si è sottoposto con enorme forza di volontà, ha permesso a Nicola di migliorare grandiosamente la propria condizione: “Adesso il mio bambino riesce a parlare, anzi chiacchiera anche tanto, ha dei tempi di prestazione più lunghi e si sono verificati dei miglioramenti anche a livello cognitivo” rivela un’emozionata Paola.
Un traguardo raggiunto da una fondazione che negli anni ha trovato in Renzo Arbore e poi in Neri Marcorè un appoggio fondamentale che ha permesso la sua diffusione e che oggi si impegna per aiutare queste persone, ma anche per diffondere le giuste conoscenze intorno a un mondo ancora sconosciuto.
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