Ha studiato, faticato e alla fine ha raggiunto quello che voleva, ovvero un contratto a tempo indeterminato, ma i problemi sono aumentati
Studiare, impegnarsi, lavorare da precario, fare sacrifici, enormi, ma proseguire come se niente fosse e come se non ci fosse un domani. Sempre a testa bassa, sempre con la speranza che, prima o poi, qualcosa cambi. E a Mario qualcosa è cambiato, finalmente, è stato assunto a tempo indeterminato, da precario è diventato un insegnante di ruolo.
Tutto bene? Inizialmente, appena ha ricevuto la notizia ed è diventata ufficiale, non stava nella pelle, ma appena ha cominciato a muoversi per trovare una sistemazione più consona e normale, sono cominciati i dolori e i problemi a non finire. E così, dalla gioia di aver finito il precariato si è passati dall’incubo, perché di questo si tratta, di non solo non aver risolto nulla, ma di non avere la possibilità e la forza di risolvere la situazione e cambiare.
E’ la storia di Mario Procino, professore di ruolo assunto a Bologna, che ha raccontato che i suoi problemi sono rimasti gli stessi anzi peggiorati se la vogliamo dire tutta. E’ la storia di uno, dieci, cento e mille insegnanti perché Mario non è certo l’unico a trovarsi in questa condizione, avere uno stipendio fisso, ma neanche con questo può permettersi un monolocale.
E lui vive tutto questo con grande amarezza. “Sono diventato di ruolo dopo anni, insegno Scienza e tecnologie meccaniche e finalmente quest’anno ho avuto il contratto a tempo indeterminato, ho uno stipendio di 1500 euro al mese, pensavo sarei finalmente riuscito a permettermi un affitto per un piccolo appartamento ma i costi sono alle stelle. Da precario lo stipendio era più o meno analogo ma senza contratto non potevo chiedere nemmeno la fidejussione alla banca. I proprietari di case non si accontentano delle mensilità, bisogna lasciare la caparra e le garanzie. Ma il problema è diventato il costo delle case“, le parole amare del neo assunto.
Dormo in cucina su un divano letto
Il neo prof, che ha già legato con gli studenti, cerca di spiegare quali sono le difficoltà di una persona che ha appena ricevuto il contratto a tempo indeterminato, ma che non ha risolto nella vita di tutti i giorni. E così, il professore racconta le difficoltà che poi sono quelle di tutti.
“Condivido un appartamento con un collega, ma dormo su un divano letto in una cucina. Tra l’altro anche lui si è trovato costretto a condividere casa perché dopo la separazione non poteva più permettersi di pagare l’affitto. Pago 240 euro al mese, ma comincia a essere un po’ faticoso dormire dove si cucina e si mangia”, il racconto del professore che ha fatto il giro d’Italia anche perché in tanti si sono immedesimati.
«Al momento ho trovato solo bilocali a 1200 euro al mese, monolocali a 800 – ha detto -. Sempre spese escluse. Ho cercato anche nei dintorni, a Crevalcore, a Castel Maggiore e Funo di Argelato ma i prezzi si abbassano di poco e devo aggiungere la benzina. Cambia poco. E comunque non c’è tanta disponibilità di alloggi, anche a queste cifre». Il professore si dice dunque rassegnato: «Sono campano, mi trasferirò in una città dove la vita è più sostenibile».