Esplode la rabbia del famoso attore americano, accusato di aver ucciso una donna sul set del film western ‘Rust’
Alec Baldwin è un noto attore e doppiatore statunitense. Famoso per film come ‘Mission: Impossible’, ‘A Star Is Born’ e per doppiaggi destinati e apprezzati da tutte le età. Nell’ultimo anno, però, il suo nome è stato accostato a un dramma che lo ha coinvolto durante la produzione della pellicola del western ‘Rust’. Il sessantacinquenne si stava preparando per girare una scena, nella quale avrebbe dovuto utilizzare una revolver e sparare a salve. Al momento fatidico, però, dall’arma è partito un proiettile che ha colpito in pieno la direttrice della fotografia Halyna Hutchins, uccidendola. Un incidente tragico per il quale Baldwin è stato costretto a rispondere più volte davanti ai giudici.
Se inizialmente, infatti, era stato dichiarato innocente, il piccolo spiraglio di colpevolezza tenuto aperto dai pubblici ministeri è presto diventato una voragine. Nel corso dei due anni passati dall’evento, le accuse arrivategli sono state molteplici. Da quelle di omicidio colposo, a uso negligente di un’arma da fuoco, passando per mancato esercizio della dovuta diligenza. Crimini per il quale ha rischiato e rischia ancora una pena detentiva che può arrivare fino ai 18 mesi e che rischiano di mettere a repentaglio la sua carriera cinematografica.
Lo sfogo di Baldwin
Cerca allora di tutelarsi per mezzo dei suoi avvocati. Baldwin si affida alle loro parole per far emergere uno stato d’animo sofferente e stufo di essere continuamente utilizzato come capro espiatorio di un evento che comprende bene essere drastico, ma per il quale non si ritiene colpevole: “Quando è troppo è troppo. Si tratta di un abuso del sistema e di una persona innocente i cui diritti sono stati violati fino all’estremo” – scrivono i suoi legali, prima di continuare – “È stato pubblicamente trascinato in una palude creata dalla loro cattiva condotta“. Tenta di dimenarsi per uscire fuori da quel fango descritto dai suoi difensori. Il primo tentativo d’innocenza risale al momento dell’evento, quando fu lui stesso a smentire di aver sparato, spiegando che nessun colpo mortale era partito per sua responsabilità.
Il caso, archiviato ad aprile, è stato riaperto a ottobre 2023 per l’emersione di ‘fatti nuovi’ che lo riterrebbero colpevole. La sua versione, infatti, cadrebbe davanti alle prove emerse negli ultimi mesi. Queste dimostrerebbero che il proiettile non è essere partito da solo, ma che, al contrario, qualcuno deve per forza aver premuto quel maledetto grilletto. A contribuire il proseguo delle indagini è anche la famiglia della Hutchins, ritenutasi insoddisfatta dopo la prima archiviazione e che ha insistito nella ricerca di nuove prove che potessero testimoniare la colpevolezza dello stesso attore.