Un 40enne ha richiesto, tramite il suo avvocato, l’invalidità assoluta dopo aver lavorato per diverso tempo per la piattaforma
Un uomo ha ottenuto l’invalidità permanente dopo aver lavorato per Facebook. Sembra assurdo, ma è proprio ciò che è avvenuto a un 40enne: dopo essersi iscritto al social network nel 2019, non aveva idea che la sua vita avrebbe potuto prendere una piega del genere. Infatti per oltre due anni ha lavorato per la società CCC come moderatore, filtrando immagini e video. Alla fine ha percepito un’invalidità assoluta e una pensione a tempo indeterminato visto che non è più in grado di svolgere alcuna ulteriore attività lavorativa.
L’impatto di tutto ciò che ha visto gli impedisce di farlo e l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale gli ha dato ragione. Lo ha spiegato accuratamente la redazione de La Vanguardia, che chiaramente per motivi di privacy non ha pubblicato il nome della vittima. L’avvocato ha richiesto l’invalidità assoluta per il suo assistito nel momento in cui ha esaurito e terminato il suo congedo per malattia. Una volta che è stato esaminato da un tribunale medico, la sua richiesta è stata accettata. Nel prossimo luglio il caso verrà analizzato una seconda volta. Nell’ottobre del 2023 è emerso, inoltre, che circa 400 lavoratori della società CCC si trovavano in congedo proprio a causa dei contenuti audiovisivi che dovevano filtrare quotidianamente.
Gli sforzi dell’azienda per sostenere psicologicamente questi dipendenti di fronte ai loro compiti difficili sono stati totalmente insufficiente e superficiali, come ha detto La Vanguardia. Come è stato spiegato, niente è servito ad alleviare e a risolvere il cosiddetto “orrore delle reti”. Il 40enne in particolare, che ha ottenuto l’invalidità assoluta, si trovava in una situazione veramente critica. Presentava infatti una condizione psicologica che aveva tantissimi elementi in comune con lo stress post-traumatico, come immagini ricorrenti e ricordi sonori di quanto accaduto, nonché difficoltà a dormire, umore molto basso e un’evidente calo delle sue relazioni sociali.
La Generalitat, dal canto suo, ha già sancito il CCC. Non è chiaramente la prima volta che il CCC Barcelona Digital Services viene coinvolta in uno scenario del genere per ragioni simili. Era accaduto anche nel gennaio 2022, quando la società era stata multata di 41mila euro per non aver valutato attentamente i rischi psicologici del lavoro di un divulgatore di video e immagini di un dipendente che ha trascorso sette mesi su Facebook tra il 2018 e il 2019. I contenuti con cui aveva avuto a che fare riguardavano principalmente terrorismo e suicidi.
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